Eventi - 17 marzo 2016, 11:18

Sanremo: domenica prossima nella Chiesa di Santo Stefano concerto del coro Troubar Clair

Con la partecipazione dei due giovani solisti Andrea Lanzola baritono e Chiara Falchi soprano, il tutto sotto la direzione del maestro inglese David Winton.

Sanremo: domenica prossima nella Chiesa di Santo Stefano concerto del coro Troubar Clair

Domenica 20 marzo alle 18, nella Chiesa di Santo Stefano a Sanremo, il coro Troubar Clair sarà nuovamente protagonista di un emozionante evento corale che aprirà la Settimana Santa della città: eseguirà il Requiem op. 48 per coro, soli e orchestra di Gabriel Fauré (1845 - 1924) insieme alla Giovane Orchestra della Riviera dei Fiori Note Libere e con la partecipazione dei due giovani solisti Andrea Lanzola baritono e Chiara Falchi soprano, il tutto sotto la direzione del maestro inglese David Winton.

Appena rientrato da New York, dove si è esibito con altri 200 coristi alla Carnegie Hall nell’esecuzione della Sunrise Mass del norvegese Ola Gjeilo, il coro Troubar Clair ripropone questo capolavoro della musica mondiale per la terza volta, nell’ambito di quello che la direzione artistica del coro ha chiamato Progetto Fauré.

Tra il 2012 e il 2013 infatti, il coro Troubar Clair si è dedicato allo studio e all’approfondimento di questo Requiem e del Cantique di Jean Racine del medesimo autore, sotto la Direzione del M° David Winton.

Oltre a diverse esecuzioni nel Ponente Ligure, il coro Troubar Clair ha avuto l’onore di eseguire questo programma nell’Auditorium del Conservatorio di Coimbra (Portogallo) nel marzo 2013, con accompagnamento strumentale in formazione di trio (viola, pianoforte e contrabbasso) come unico coro straniero invitato dal Coro Sinfonico Inés De Castro per la Rassegna “Ciclo de Requiem”.

Nel settembre dello stesso anno, il coro l’ha eseguito nella Chiesa N.S. degli Angeli con l’accompagnamento dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo diretta, per l’occasione, dal M° Maurizio Dones.

L’attuale ripresa vede il coinvolgimento della Giovane Orchestra Note libere che esegue una trascrizione della partitura originale, effettuata dal maestro Fabrizio Ragazzi docente e preparatore della Giovane Orchestra.

Il coro Troubar Clair è una formazione d’esperienza, assai conosciuta nel nostro Ponente, con trent’anni di attività e una passione inesausta nel condividere la propria musica con altre formazioni corali e con i pubblici di ogni angolo del mondo. Centinaia di concerti in Italia e all’estero e un repertorio vastissimo che spazia dal classico al contemporaneo, dalla musica rinascimentale a quella popolare e alla canzone d’autore. Una gran parte dell’impegno e del cuore del Troubar Clair è dedicato alla musica sacra di cui ha affrontato alcuni capolavori come il Gloria e il Credo di Vivaldi, la Sunrise Mass e appunto questo Requiem che è uno dei fiori all’occhiello del suo repertorio.

La lunga collaborazione e amicizia con il maestro David Winton - direttore principale del Collegium Musicum Alma Matris e del coro e orchestra dell’Università di Bologna – ha reso l’esperienza del Requiem ancora più intima e partecipata, condizione assai importante per coristi non professionisti, benché appassionati.

Gabriel Fauré scrisse il Requiem tra il 1886 e il 1887, in memoria del padre, morto a Tolosa nel 1885. Il lavoro fu eseguito per la prima volta nella Chiesa parigina della Madeleine – di cui il compositore era direttore del coro - , nel 1888, dopo la morte anche della madre di Fauré e rimase l'unica opera di vaste dimensioni e con l'intervento dell'orchestra scritta dal compositore francese per la chiesa. Il Requiem fu nuovamente eseguito alla Madeleine nel 1924, per i funerali dell'autore.

Quando si pensa al Requiem ci si predispone ad una musica di sofferenza, carica di un pathos lacerante fatto di dolore e al tempo stesso di solennità. Non è così per il requiem del grande musicista francese che, pur rispettando la scansione tradizionale, concepisce un’opera non convenzionale, spinto da una personale necessità di carattere privato, senza tenere in alcun conto i modelli che gli offriva il passato.

A partire dall’Introitus l’atmosfera è intimistica, densa di dolcezza, delicatezza e speranza pur alternata a toni più dolorosi che non prendono mai però il sopravvento. Al centro dell’opera, affidato a una voce bianca, il Pie Jesu che Saint Saëns (maestro di Fauré) definiva “l’unico Pie Jesu”. In sostituzione delle terrifiche immagini del Dies Irae Fauré conclude con il delicato In Paradisum, visione celeste del coro degli angeli che accolgono l’anima del defunto.

Il concerto, a ingresso libero, è organizzato dall’Assefa Italia ONG in collaborazione con Greater Glory - Centro FMJP2, a favore dei progetti ASSEFA per lo sviluppo delle comunità rurali del sud dell’India.

C.S.

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