Ventimiglia Vallecrosia Bordighera - 11 marzo 2016, 17:00

Tutto l'amore che non può succedere in House of Cards

Perché piace la serie tv più spietata (e reale) del momento.

Kevin Spacey/Frank Underwood

Kevin Spacey/Frank Underwood

Se vi siete stufati di volere bene a don Matteo, di sentire la parola “amore” ripetuta almeno duecentotrenta volte a puntata e di seguire le indagini del commissario Montalbano (cioè di stare nella tv generalista-buonista dove Tutto può succedere basta che non sia troppo cattivo), allora è il momento di sintonizzarvi sulla serie americana che ha fatto della sovrapposizione tra realtà e fiction il suo tratto distintivo. House of Cards, la Casa Bianca in cui si giocano le carte più efferate del potere e dove la bandiera a stelle e strisce è appesa al contrario. Kevin Spacey è Frank Underwood, presidente Usa a caccia della rielezione dopo aver dato la sua personalissima scalata al potere nelle prime tre stagioni.

Ex deputato democratico, poi vicepresidente e infine a capo della Nazione più falsamente democratica mai rappresentata in una produzione televisiva, Frank Underwood in questi anni ha dimostrato quanto si possa essere spietati pur di conquistare la poltrona più ambita. Ha ucciso due persone (l’ex amante giornalista spinta sotto un treno della metropolitana e un potenziale avversario politico gasato con il fumo di scarico di un’automobile), strangolato un cane, fatto rinchiudere in cella un giornalista, orinato sulla tomba del padre. Ha fatto uccidere un’ex prostituta dal suo braccio destro Doug Stamper, sputato su un crocefisso, partecipato a un’orgia con la moglie Claire e la sua guardia del corpo, per non parlare di doppi e tripli giochi, alleanze intessute e disfatte, intrighi e menzogne. Frank Underwood è spregiudicato, cattivissimo, totalmente privo di morale. Ogni tanto rompe la quarta parete, si rivolge direttamente allo spettatore, lo guarda dritto negli occhi e si prende la liberatoria soddisfazione di spiegargli come gira il mondo nelle stanze dei bottoni. Gli fa capire che lui è un antieroe. Che esiste nella finzione e anche nella vita quotidiana. Chi voteranno gli americani dopo Barack Obama? Probabilmente la scelta sarà tra Hillary Clinton e Donald Trump. Intanto, però, Kevin Spacey s’è fatto un selfie di fronte alla Casa Bianca, postando l’immagine su Instagram e affermando di essere un uomo del popolo cui piace, qualche volta, scattarsi una foto davanti alla sua casa. E c’è perfino un sito per la campagna presidenziale di Frank Underwood 2016.

In fondo, Frank Underwood ci sembra almeno un po’ simpatico. Perché grazie a lui abbiamo imparato che realtà e fantasia possono andare a braccetto senza tentare di superarsi a vicenda. House of Cards è lo specchio della politica americana ed è lo specchio di un mondo insano e, proprio per questo, molto concreto e per nulla consolatorio. Casomai educativo. La quarta stagione della serie ideata da Beau Willimon, in onda su Sky Atlantic, s’è aperta con lo scontro tra Frank e la first lady Claire. Quest’ultima decisa a ritagliarsi il suo spazio e ascendere a quello stesso potere che il marito esercita nel più sconsiderato dei modi possibili e nel più infangato dei mondi possibili. Che poi, forse, è esattamente il nostro mondo, con tutto il suo amore che non può succedere.

Luca Re

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