Venerdì scorso a Coldirodi si è tenuta la tradizionale Via Crucis, un evento che il paese ha sempre sentito fortemente e che ha dato la parvenza di un ritorno alla normalità che, invece, sembra ancora molto lontana.
Alcuni abitanti di Coldirodi più vicini a don Pasquale, che nonostante il suo trasferimento hanno continuato a manifestare il loro disappunto, anche in questo caso, hanno voluto porre l'accento sulla questione facendo alcune precisazioni: “Ci è piaciuto l'articolo sulla Via Crucis tenutasi venerdì scorso a Coldirodi – spiegano - salvo alcune considerazioni che meritano di essere approfondite. Siamo contenti che la Via Crucis abbia avuto il giusto seguito di fedeli, anche se qualcuno, forse, pensava che qualche parrocchiano avesse perso la fede dopo il trasferimento di don Pasquale, invece, si continua a professarla e ci piacerebbe fosse così tutto l'anno, non solo nelle occasioni comandate. Che don Pasquale manchi ad una parte dei coldirodesi non è un segreto, come non lo è il pensiero che il suo trasferimento venga vissuto, da parte di molti, come un'ingiustizia.”
Collantini soddisfatti per la grande partecipazione all'importante evento religioso, ma comunque preoccupati per il modo in cui stanno andando le cose in parrocchia, resta evidente tra una parte di parrocchiani la sensazione di essere rimasti soli: “Ci tocca anche constatare – proseguono - uno stato di abbandono pastorale e di confusione che si sente spesso durante la settimana, dove un buon cristiano avrebbe desiderio che le cose continuassero ad andare come prima, non solo perché così faceva Don Pasquale, ma perché giusto e funzionale nei confronti dei parrocchiani. Così capita di sentire che il quaderno delle messe sia improvvisamente sparito ed assistere al teatrino di alcune persone che scaricano responsabilità un po' dappertutto. Non bastava forse mettere un avviso in bacheca informando coloro che avevano desiderio di una messa ad un proprio defunto di rinnovare la prenotazione, ricostituendo un nuovo quaderno?
Che dire poi della signora, senza acqua ne luce, bisognosa di aiuto per l'acquisto di farmaci e generi di prima necessità, che approcciandosi ad uno dei nuovi parroci per ricevere conforto ed assistenza si è sentita dire, pare, di “prendere un appuntamento o inviare una mail che può trovare affissa nella bacheca della parrocchia”. Si racconta pure che i parenti di un defunto siano diventati matti per trovare le chiavi della cappella di S. Anna. Pare che la confusione fosse evidente e che solo dopo insistenti ricerche si siano recuperate.
Tra le preoccupazioni dei parrocchiani vi è soprattutto quella che riguarda la porta della Chiesa, trovata aperta in orari non consueti e i grossi problemi organizzativi che si stanno riscontrando nell'organizzazione dei corsi di catechismo: “La porta della chiesa che è rimasta aperta perché non si sa bene chi dovesse chiuderla. Il calice di valore scordato sul sagrato senza che nessuno ricordasse di riporlo al proprio posto. Le statue del presepe vivente spostate pare su consiglio di qualcuno perché in pericolo di deterioramento (erano lì da anni), danneggiate nel maldestro intento di spostarle. Meno male che si voleva preservarle da ogni danno. Il catechismo a fasi alternate, perché non vi è una persona dedicata. La solidarietà che prima funzionava bene e nella sua organizzazione raggiungeva molte famiglie indigenti e che ora vede tutto fermo, lasciandole in grossa difficoltà.
Ora, possiamo dire che tutto va bene, per qualcuno forse, se poi basta una Via Crucis per dimostrarlo, altri pensano non sia proprio così. Da quando don Pasquale non ha più a che fare con la parrocchia di Coldirodi, sostituito temporaneamente da ben tre parroci, le cose pare non vadano proprio così bene. E i poveri parroci, investiti di queste responsabilità, in un triumvirato che stenta ad organizzarsi. Per forza poi le cose non possono andare bene e ad alcuni parrocchiani non piace per niente.”
Facile, quindi, per alcuni parrocchiani rimpiangere gli anni in cui a guidare la comunità di Coldirodi c'è stato don Pasquale: “Il paragone con la precedente 'amministrazione pastorale' è fin troppo scontato e legittimo – aggiungono - arriverà presto un nuovo parroco? Riprenderà in mano la situazione? Qualcuno se lo augura, qualcun altro è più scettico.
Sicuramente un nuovo parroco sarà in procinto di arrivare comunque o forse verrà un parroco incline alla solidarietà, chissà se verso i cittadini residenti in gravi difficoltà o più orientato a voler accogliere nuovi immigrati allettato anche dal nuovo bando della Prefettura che offre ben 75 euro al giorno per persona. Chissà, intanto si prosegue la vita parrocchiale in assoluta incertezza e precarietà. Probabilmente a parte del paese poco importa, ad un'altra sì, questa resta comunque la situazione a Coldirodi.
Siamo davvero lieti dello svolgimento della Via Crucis – concludono - come cristiani ci è parso meno elegante tirare in ballo altre considerazioni, perché a scriverle poi si rischia di vedersele smentire.”