"Nel 1654 i già difficili rapporti tra Genova e la Spagna si complicarono a proposito della spinosa questione di Finale. In seguito al sequestro di alcune navi finalesi e dell'arresto dei relativi per frodo di gabelle, il governatore di Milano e il vicerè di Napoli, in accordo con il governo di Madrid, fecero sequestrare i beni dei cittadini genovesi nei domini italiani. Tale crisi sfociò in una vertenza assai insidiosa con sviluppi diplomatici e rappresaglie economiche, le cui conseguenza, fortunatamente, approdarono, grazie all'abilità e la sagacia di Gian Francesco Brignole Sale, nel rilascio delle navi di Finale e dei prigionieri finalesi e per di più nel riconoscimento ufficiale da parte spagnola dei diritti fiscali di Genova sul Finalese, terra, peraltro, non sempre in sintonia con gli interessi della Superba. Alla controversa finalese seguì, tra il 1656 e il 1657, una terribile pestilenza che sconvolse il Genovesato, aggirando, soprattutto per la vigilanza delle autorità sanitarie locali (come ricordato in precedente intervento su Sanremonews) il Ponente ligure, ma colpendo sensibilmente il Nizzardo.
La pestilenza condizionò i commerci, rallentandone il flusso verso occidente, ma anche in altre direzioni. La circostanza spinse ad un rialzo dei livelli di protezionismo. Genova creò un porto franco di grande prestigio in concorrenza (detto poi - nel 1669-'generalissimo') con Marsiglia, Nizza, Villafranca e Livorno. Dal 1663 il neo duca sabaudo Carlo Emanuele II, secondo la tradizionale politica espansiva verso sud del potentato piemontese, cominciò a minacciare Pornassio, località fortificata che impediva il diretto trasporto del sale dalla sabauda Oneglia al Piemonte, costringendo i Savoia a far risalire tale prezioso prodotto da Nizza attraverso il Colle di Tenda. Genova lanciò la sua controffensiva e le milizie corse al comando di Pier Paolo Ristori occuparono Oneglia.
Il conflitto fu sospeso per intervento del Papa e del Re Sole, che non avevano interesse ad una situazione di crisi tra i due stati. Le trattative non ebbero, tuttavia, successo proprio per la difficile disputa su Oneglia. Alla ripresa del negoziato i piemontesi assunsero l'iniziativa e occupando Rossiglione e Ovada, insidiando da vicino Genova. Con il rilancio della trattativa, i francesi intervennero nella contesa a favore dei Savoia inviando una potente flotta nelle acque di Alassio. Oneglia tornò al Piemonte, al quale venne assegnato anche Pornassio. Segno che l'influenza genovese e ligure stava declinando.
Pierluigi Casalino".