Sanremo Ospedaletti - 08 luglio 2015, 08:19

Sanremo: lettera aperta al Sindaco Biancheri da una 31 enne disabile disperata

Quella che segue è la lettera inviata al sindaco Alberto Biancheri da una 31enne che vive a Sanremo.

Sanremo: lettera aperta al Sindaco Biancheri da una 31 enne disabile disperata

Quella che segue è la lettera inviata al sindaco Alberto Biancheri da una 31enne che vive a Sanremo. Questa donna, Stefania Scarsi ha un'emiparesi sinistra neonatale, ma nonostante la disabilità riconosciuta del 74% può fare qualsiasi lavoro le venga richiesto. Purtroppo il problema è proprio questo, da un'anno, dalla fine del suo lavoro, è in disoccupazione ed ora ha bisogno di aiuto. 


"Mi chiamo Scarsi Stefania e ho 31 anni, mi permetto di sottoporle le mie difficoltà , non riesco a trovare lavoro e ho un disperato bisogno di trovarne uno al più presto; so che ci sono tante persone nella mia stessa situazione ma vorrei comunque avere un breve incontro con Lei per provare a chiederLe un aiuto. Sono nata a Genova il 18/11/1983 purtroppo per mia sfortuna sono DISABILE CON UN'EMIPARESI SINISTRA NEONATALE, nonostante la mia disabilità riconosciuta del 74% posso fare qualsiasi lavoro mi venga richiesto. Fin dalla nascita sono sempre stata una cittadina Imperiese ma da due anni vivo a Sanremo. Ho sempre lavorato da quando nel 2002 ho finito la scuola. La mia esperienza comprende : Borse lavoro, Progetto Prometeo del comune di Imperia nel settore amministrativo, Servizio Civile Volontario come “educatrice per disabili” aiutavo le educatrici del centro A.N.F.F.A.S di Imperia, lavorato in una cooperativa come impiegata amministrativa a Imperia e infine la promoter per varie aziende in vari settori commerciali nei supermercati della Provincia. Mi sono sempre data da fare ma purtroppo la cooperativa, finito il contratto, mi ha lasciato a casa e da settembre 2014. Fino a Giugno di quest'anno prendevo la disoccupazione, ma ora che non la percepisco più, la mia situazione economica è peggiorata sensibilmente".

"Ultimamente abitavo a Imperia con mia madre disoccupata e provvedevo io a tutto essendo l’unica lavoratrice in famiglia,  purtroppo ultimamente non avendo altri aiuti è arrivata al punto di non riuscire a pagare più l'affitto ricevendo la prima intimidazione  di sfratto e per non farmi buttare fuori mi sono indebitata facendo un prestito nella mia banca; ho fatto un prestito di € 6.000,00 (per pagare non solo gli arretrati degli affitti ma persino le bollette arretrate) che tutt'ora sto pagando; ho ricevuto la seconda intimidazione di sfratto ma non potevo permettermi di aumentare il prestito in quanto non sapevo poi come arrivare a fine mese ho dovuto abbandonare la casa in cui vivevo. Mia madre è stata ospitata da mio fratello ed è  seguita dal comune di Imperia  e io sono stata accolta dalla famiglia di un mio amico; i genitori pensionati e lui disabile con € 600 al mese di stipendio qui a Sanremo. Ora oltre il prestito che ho, come può vedere dai fogli che le ho allegato ho altri debiti che gravano sulla mia situazione economica. Appena saputo che la mia situazione lavorativa giungeva al termine  mi sono rivolta all'assistente sociale Ceravolo che, gentilmente, ha fatto quello che poteva, purtroppo le borse di lavoro sono aperte ma il comune non ha i soldi. Ho parlato con l'Assistente sociale De Marchi che mi ha rimandato a  Ceravolo, ho parlato con l'Assessore Pireri che è stata molto gentile con me prendendosi a cuore la situazione aiutandomi in tutti i modi possibili interessandosi, purtroppo anche lei mi ha confermato ciò che mi era stato detto dall'assistente sociale Ceravolo per quanto riguarda le borse di lavoro".

"L'assistente sociale Ceravolo mi ha fatto fare la domanda per avere un aiuto economico a Giugno di quest'anno, abbiamo ottenuto buoni pasto di € 50,00 al mese, ho fatto presente all'assistente sociale che non mi serviva un aiuto per mangiare in quanto per quello sono a posto ma un aiuto economico in soldi per fare fronte alle tante spese che ho (come può vedere dai fogli allegati che ho mostrato anche alla stessa assistente sociale Ceravolo). Con il cuore in mano ora le chiedo di potermi aiutare o quanto meno consigliare la strada definitiva per trovare un lavoro anche part-time. Percepisco  una pensione di invalidità minima di € 250,00 e, pur con questi aiuti, non so dove sbattere la testa, perchè, in realtà a me basterebbe lavorare.  So che è difficile con la crisi che c'è, ma spero tanto che almeno lei accolga, quantomeno, la richiesta di un incontro. Ringraziandola  anticipatamente le auguro buon lavoro. Stefania Scarsi".

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