Lo storico romano Sesto Giulio Frontinio 40 a.C - 104 d.C.scrisse con una nota di scetticismo: le genti si recano alle sorgenti nella speranza di guarire i propri mali mentre Plinio il Vecchio , vittima dell'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., nella sua monumentale opera Naturalis Historia scrisse che i Liguri praticavano il culto delle sorgenti. Una ulteriore conferma di quanto ci è stato tramandato dagli storici romani, è la recente scoperta di un'altare sacrificale in località Fontana Vecchia comune di Baiardo che va ad aggiungersi al precedente ritrovamento di un altare sacrificale già descritto su questo blog presso una sorgente che si trova lungo il percorso della via Eraklea che risale il monte Peiga nel comune di Perinaldo.
Una ulteriore scoperta che certifica la presenza sul territorio di Baiardo in epoca romana di una popolazione di Liguri che praticavano il culto delle sorgenti. Il seme che esce dalle viscere della Terra Madre, fonte della vita, di tutte le cose, elemento sacro e divino a cui venivano immolati dei capro-ovini. Una testimonianza che dovrebbe far riflettere e ribalta quanto si continua a scrivere con molta superficialità circa la presenza a Baiardo dei Celti, tesi mai corroborata da ritrovamenti archeologici che rimanda ad una pubblicazione frutto della Celtomania che si diffuse in Europa nella prima metà del 1800 orchestrata a fini nazionalistici da ambienti accademici Britannici. Uno scritto che periodicamente viene riesumato che oggi continua a fare le sue vittime con l'istituzione a Baiardo della festa dei Druidi.
La sorgente della fontana Vecchia si trova a breve distanza dall'abitato ed è molto frequentata non solo dalla gente di Baiardo per attingere l'acqua da bere che molti preferiscono a quella distribuita dall'acquedotto ma anche dalle persone che vivono nei paesi del circondario in quanto conosciuta per le sue proprietà diuretiche. Con l'usura del tempo il luogo ha perso la sacralità che aveva nel lontano passato e oggi a ricordo della venerazione che veniva dedicata al sorgente, resta imprigionato tra due alberi un altare sacrificale. Un enorme blocco di arenaria con al centro uno colatoio utile per incanalare il sangue all'interno di due coppelle. Un'esempio significativo del loro utilizzo che ci permette di capire al di fuori di ogni dubbio, una delle tante funzioni, in molti casi fantasiose che vengono attribuite alla coppelle.