Ombre sulla Liguria del turismo. Il pensiero di Pierluigi Casalino sugli ultimi fatti di cronaca

"Forse l'Expo 2015 non basterà per rilanciare l'immagine di una Liguria già piuttosto depressa dalle allarmanti prospettive della disoccupazione, fino a posizionarsi come fanalino di coda nelle stesse stime nazionali non certo esaltanti, ma assai meno preoccupanti, in prospettiva, di quelle in atto in questa nostra terra. Terra, quella ligure e in particolare quella di Ponente, incapace, in maniera endemica, di creare lavoro e di aprirsi con coraggio all'offerta di impiego, nonostante le sue energie e le sue risorse. Resta a sventolare la bandiera del turismo, se pur lacera e infangata dalle battaglie che sta combattendo nel ricordo di epoche migliori, sicuramente irripetibili. E c'è chi cerca di svelare e promuovere all'estero ciò che in fondo rimane di prezioso, di affascinante e di proponibile di questa parte di mondo, il cui richiamo, tra luci e ombre, appare immutato come quello di una chimera irraggiungibile.

Così almeno era al tempo della leggenda della Riviera, mentre oggi, tra l'inarrestabile declino favorito dalla congiuntura europea segnata dalla austerità e dalle croniche concause storiche locali, ci si è attestati su una simbolica linea del Piave del dopo Caporetto, in attesa di un'ancora un'improbabile Vittorio Veneto. Si abbatte anche sulla Riviera, da ultimo intanto, la folla di disperati, oltre che di elementi incontrollati, che in modo ineluttabile ormai sta dilagando in Italia e in Europa proveniente dalla sponda sud del Mediterraneo, con il rischio di travolgere presto definitivamente, dispiace dirlo, tra l'allarme sociale, le residue speranze di ripresa di un settore legato alla sicurezza e alla tranquillità del soggiorno e dello svago. E di trasformare anche questo lembo d'Italia in zona di guerra e di bivacco: un boomerang che ritorna  in Occidente a seguito dei conflitti innescati negli anni in Africa e in Medio Oriente.

Pierluigi Casalino".