Attualità - 04 giugno 2015, 09:58

Gli studenti dei Licei ‘Amoretti’ e ‘Colombo’ di Sanremo a confronto sulla ‘Responsabilità della memoria’

Oltre ad illustrare i contesti storici e filosofici che fanno da sfondo agli eventi trattati, gli studenti hanno espresso in maniera critica le loro personali riflessioni ed opinioni, frutto di ricerche, letture, esperienze e di autonoma rielaborazione.

Gli studenti dei Licei ‘Amoretti’ e ‘Colombo’ di Sanremo  a  confronto sulla  ‘Responsabilità della memoria’

Un percorso della memoria: il massacro degli Armeni a cent’anni dal suo inizio, la banalità del male in Hannah Arendt, il confronto fra la necessità del ricordo, da una parte, e l’esigenza dell’oblio, dall’altra, per i superstiti della Shoah e per i loro discendenti. Su questi temi storico-filosofici, passati e al tempo stesso di scottante attualità, si sono confrontati lunedì 25 maggio gli studenti della quinta Liceo Scientifico delle Scienze Applicate del Colombo e gli studenti delle quinte del Liceo Scienze Umane Amoretti di Sanremo, in occasione del secondo incontro del progetto “La scuola in rete”, svoltosi quest’anno nell’Aula Magna del Colombo.

Oltre ad illustrare i contesti storici e filosofici che fanno da sfondo agli eventi trattati, gli studenti hanno espresso in maniera critica le loro personali riflessioni ed opinioni, frutto di ricerche, letture, esperienze e di  autonoma rielaborazione.

L’incontro ha evidenziato fra l’altro come permangano, anche a livello di riconoscimento ufficiale, posizioni radicalmente differenti su di uno stesso fenomeno: caso emblematico è la persecuzione degli Armeni, a proposito della quale il governo turco rifiuta drasticamente la definizione di “genocidio” riconosciuta invece da molti stati tra cui l'Italia e, recentemente, dalla stessa Unione Europea e pronunciata in pubblico dal Papa in occasione del centenario di questo avvenimento. Almeno ufficialmente, tale definizione è universalmente accettata soltanto per lo sterminio degli Ebrei da parte dei nazisti, la Shoah, per la quale è stato da diversi anni istituito un “Giorno della memoria”, il 27 gennaio. Contro questa istituzione e in favore del “diritto all’oblio”per i sopravvissuti e i loro discendenti si è pronunciata la nota giornalista e scrittrice di origine ebraica Elena Loewenthal, nel suo recente saggio Contro il giorno della memoria, testo che denuncia fra l’altro un certa “commercializzazione” di questa ricorrenza e che appare quindi davvero controcorrente rispetto all’opinione generale, opinione che vuole affidare proprio al ricordo del male il compito di evitare in futuro che questo stesso male si ripeta. Gli studenti hanno parlato di questo presentando il libro della Loewenthal ed anche il romanzo-biografia di Marcello Kalowski da poco pubblicato, Il silenzio di Abram - Mio padre dopo Auschwitz, che invece ribadisce  l’esigenza del ricordo.

Certamente, hanno evidenziato gli studenti, se il ricordo delle vittime è necessario, deve essere il più possibile il ricordo di persone singole, che avevano ciascuna una propria storia e una propria personalità, individui che nella tragedia persero  innanzitutto il diritto al loro nome e con questo la loro dignità di singoli per essere identificati soltanto con un numero tatuato sul braccio. Da qui l’importanza di ricordare ogni vittima con una foto e con un nome, per quanto possibile data l’immane tragedia, come è stato fatto in Israele col memoriale dello Yad Vashem.

E’ stato inoltre affrontato dal punto di vista sociologico il tema del totalitarismo, trattato da Hannah Arendt  nel saggio Le origini del totalitarismo, nonché il tema del male visto dalla stessa autrice nel personaggio del gerarca nazista Eichmann durante il suo processo a Gerusalemme, a cui la Arendt assistette in qualità di giornalista.

Per lei Eichmann, lungi dall’essere un personaggio straordinario per la sua mostruosità, è un personaggio mediocre che incarna la banalità del male, celebre espressione che fa da titolo al saggio che la Arendt  dedica al processo.

L’incontro si è concluso con la lettura della toccante poesia con cui Primo Levi, rievocando la tragedia dei campi di sterminio, raccomanda ai lettori “che vivono sicuri nelle loro tiepide case” a  “meditare che questo è stato” e a tramandarne la memoria; chi non lo facesse, meriterebbe un castigo di proporzioni bibliche.

I docenti che hanno coordinato l’evento, proff. Giuliana Dellana, Melina Caiazzo, Andrea Bellan e Mauro Ansaldi, con la collaborazione della bibliotecaria proff.sa Fiammetta Ausonio, hanno espresso viva soddisfazione per la realizzazione di questo incontro, in particolar modo per il coinvolgimento, il senso di responsabilità e la competenza che gli alunni hanno saputo dimostrare nell’organizzazione del lavoro, considerando oltretutto che in questo periodo  le classi quinte devono già affrontare l’impegno pressante per l’esame di maturità che è ormai alle porte.

L’iniziativa è stata inoltre sostenuta dalla Dirigente del liceo Amoretti, prof.ssa Pramaggiore  e dal Dirigente del Colombo prof. Ausenda, il quale ha accolto le classi dell’Amoretti al loro arrivo e ha  messo a disposizione l’Aula Magna, appositamente attrezzata e abbastanza ampia per ospitare tutti gli studenti – un centinaio circa - che hanno partecipato all’evento. 

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