Sanremo Ospedaletti - 25 marzo 2015, 17:00

L'ospedale ubiquo

L’ultimo Consiglio regionale prima delle elezioni è tornato a discutere su progetti e ubicazioni del futuro complesso sanitario del Ponente ligure.

L'ospedale ubiquo

Nord Sud Ovest Est, cantava Max Pezzali nel 1993 (all’epoca nella formazione degli 883). E forse quel che cerco neanche c’è… proprio come il fantomatico ospedale unico del Ponente ligure, di cui si favoleggia da una decina d’anni. Tuttora in attesa, se non proprio di una collocazione definitiva, quantomeno di un orientamento cardinale di partenza. Secondo l’Azienda sanitaria locale andrebbe costruito a Taggia, precisamente a monte (Nord) della nuova stazione ferroviaria, su una superficie libera di 130.000 metri quadrati. Però a ottobre 2014 il comune taggiasco ha inspiegabilmente cambiato idea: dovrà sorgere più a valle, a Sud della medesima stazione.

L’ultimo Consiglio regionale prima delle elezioni è tornato a discutere su progetti e ubicazioni del futuro nucleo ospedaliero. Votando all’unanimità la mozione di Franco Bonello (Pd), che in sostanza intende impegnare la legislatura che verrà a decidere Se Come Dove Quando (variante inedita e squisitamente territoriale della fortunata canzone) edificare la struttura unica, che dovrà sostituire i tre ospedali a Imperia, Sanremo e Bordighera. Come indicato dal piano triennale 2015-2017 dell’Asl imperiese, l’opera comporterebbe un investimento nell’ordine di 250-300 milioni di euro. Esiste uno studio di fattibilità, approvato dalla Giunta Burlando lo scorso anno, però non esiste un piano finanziario. La risposta dell’assessore alla Salute, Claudio Montaldo, è un capolavoro di equilibrismo istituzionale: «Considero il valore della mozione come uno stimolo forte per affrontare il tema al più presto. Non credo spetti a un Consiglio in scadenza decidere un’area piuttosto che un’altra. Solleciteremo l’Asl ad andare avanti, in modo da presentare alla prossima legislatura un quadro più certo». Viene il sospetto che l’incertezza del quadro dipenda in buona parte dalla stessa Regione.

Evidentemente le priorità erano altre, magari gli ospedali che gravitano più a Levante. Dopo aver snocciolato i progressi compiuti per gli ammodernamenti di certi plessi (S. Corona a Pietra Ligure, Galliera e S. Martino a Genova, Felettino alla Spezia), Montaldo ha chiosato sui possibili finanziamenti per Imperia: «Vedremo l’evoluzione, ma posso assicurare che c’è qualche segno di inversione di tendenza rispetto alla chiusura degli anni scorsi». Basta che qualcuno non si svegli all’improvviso, sostenendo che l’ospedale unico del Ponente vada realizzato centotrentasei metri più a Est, o duecentocinquanta metri più a Ovest, o bloccato perché nel frattempo avremo tutti imparato a curarci con l’esclusivo ausilio della telemedicina.

Luca Re

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