Sanremo Ospedaletti - 11 febbraio 2015, 17:00

Non aprite quei cassonetti

Una discarica in meno, qui in Riviera, significa trasferire in altre regioni (Lombardia, Piemonte e Toscana) ben il 70% della spazzatura prodotta dai 67 comuni. Il lotto 5 di Collette Ozotto è quasi saturo e non può accogliere più del 30%, pari a circa 90.000 tonnellate annue.

Non aprite quei cassonetti

Di per sé, sarebbero due buoni risultati: una discarica in meno, precisamente il lotto 6 di Collette Ozotto in valle Armea (l’area dove dovrebbe sorgere è sotto sequestro della magistratura). E poi quei nuovi cupolini sui contenitori della Tradeco, che obbligano a gettare nella raccolta indifferenziata sacchetti più piccoli. Tutto ciò potrebbe significare che siamo diventati più bravi a separare la spazzatura generica da carta, plastica e vetro. Che finalmente i comuni hanno imparato a smaltire meglio i rifiuti, riducendo quelli da destinare ai depositi a cielo aperto.

Invece siamo in piena emergenza. Perché una discarica in meno, qui in Riviera, significa trasferire in altre regioni (Lombardia, Piemonte e Toscana) ben il 70% della spazzatura prodotta dai 67 comuni. Il lotto 5 è quasi saturo e non può accogliere più del 30%, pari a circa 90.000 tonnellate annue. Alla faccia della piramide rovesciata che in Europa guida la gestione dei rifiuti urbani, con la prevenzione al primo posto, poi riutilizzo, riciclo, incenerimento e stoccaggio tradizionale come ultima spiaggia. Ci sono Paesi, tipo Danimarca, Germania e Svezia, che sono molto vicini a una politica di “rifiuti zero” nelle discariche. La media italiana è molto più alta: 40% secondo i dati Ispra riferiti al 2012. La Liguria, evidenzia un recente studio di Fondazione Impresa sull’economia verde, riesce a fare di peggio, con quasi il 67% della spazzatura buttata in discarica. Così figura al quart’ultimo posto di questa maleodorante classifica, davanti soltanto a Puglia, Sicilia e Molise.

Quindi rassegniamoci a un aggravio di spesa, perché i costi netti dello smaltimento, considerando la prevalente quota extra-regionale, saliranno da 95 a 160 euro a tonnellata. Già si profila un aumento medio della Tari del 20%. Le difficoltà non finiscono qui. Le famigerate calotte installate dalla Tradeco, a quanto pare, hanno spinto moltissime persone a scaricare i sacchi indifferenziati nei cassonetti riservati a carta e plastica. Pigrizia, cattive abitudini, scarsa informazione (eppure basta schiacciare un pulsantino e tirare una leva, non ci vuole mica una laurea in spazzaturologia). Chissà. Intanto, però, la società Fg riciclaggi di Albenga, che gestisce il centro di raccolta della carta, ha deciso di non accettare più quella massa indistinta di rifiuti generici. Almeno fino a quando ogni bidone tornerà a ospitare solo quello che gli spetta.

Luca Re

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