Sanremo Ospedaletti - 08 gennaio 2015, 20:29

Giochi e simbologie liguri: ecco un altro racconto del nostro lettore Pierluigi Casalino

Giochi e simbologie liguri: ecco un altro racconto del nostro lettore Pierluigi Casalino

Molti giochi infantili, in voga fino a qualche tempo fa, tra i bimbi liguri con periodicità stagionale, avevano un significato magico, proiezione esoterica di tradizioni e si costumi di epoche ancestrali.

Si trattava, infatti, di pratiche che avevano il carattere di interrogazioni di forze occulte e soprannaturali recuperate dal mondo celto-ligure e proto-talico,  latino e medievale. Uno di questi giochi, di cuoi si ha traccia soprattutto nel Ponente, anche se si affermò fortemente a Genova, era quello del "mondo", il quale presso le popolazioni della Liguria era chiamato "Zeugo dò pampano" o gioco della settimana. Era formato da un rettangolo rappresentato sul piano orizzontale, diviso in sei quadrati, dentro i quali erano scritti sei giorni della settimana. Il rettangolo terminava con un semicerchio che rappresentava la Domenica, cioè il giorno di riposo. In origine nei vari gradini, al posto dei giorni della settimana, vi erano scritti i numeri 1,2,3, 4, 5, 6 e 7 ed essi significavano ilo mondo diviso in settori e il mago o lo stregone simbolicamente iniziava la scalata del mondo, servendosi di sassolini, che spostava, di volta in volta, secondo formule magiche, per raggiungere la vetta. Cioè una scalata e una discesa nello spazio, come un rito di purificazione, che qualcuno ha visto d'origine orientale o mitraica. Si credeva, poi, che le streghe volassero e anche tale tema evocava ascendenza di paesi lontani.

Molti erano convinti che volassero senza aiuto, dopo trasformazioni inverosimili della loro natura. Un manico di scopa, un bastone o un forcone bastavano a sollevarle e trasportarle nel vuoto. Nel folclore magico ligure l'idea di bastone è sempre stata legata al volo delle streghe, come una reminiscenza del bastone di Mercurio e delle creature soprannaturali indo-germaniche.In proposito si ricorda l'osceno "ballo del bastone", con il quale il popolino era solito divertirsi durante il periodo di carnevale nelle strade. Il "ballo del bastone", nonostante i divieti delle autorità civili e e religiose, era praticato con tutta la sua simbologia lasciva. Lo eseguivano, soprattutto, donne di facili costumi e di malaffare (specialmente dal XVII in poi nel dianese), con un bastone tra le gambe. All'evidente riferimento ai "sabba delle streghe", questa danza, che per la prima volta, peraltro, si sarebbe svolta a Genova intorno al 1689, con orrore dei moralisti, fu ritenuta responsabile delle calamità naturali. Segno dello scontento divino nei confronti di questo malcostume. La danza del bastone rientrava, comunque, in una sorta di richiamo esoterico, ricco di fantasie inconsce, accostabili all'antico culto di Ecate (la Luna del mondo classico). In altri termini una vera e propria manifestazione di stregoneria.

Nel resto della Liguria il "ballo del bastone" impazzò anche in situazioni diverse da quelle carnascialesche. Una formula dal valore magico-terapeutico nei riguardi dei più piccoli, che si facevano male, era stata, infine, raccolta poco più di un secolo fa da un certo Vincenzo Agnesi di Imperia. La canzonetta della mamma, si esprimeva tra l'altro, così: busa de bo, busa de vacca, a bubbua a l'è tu:tta in ta stacca". Anche nei funghi si trovava stregoneria. I funghi nascevano, secondo i contadini, ora in fila, ora a zig-zag, ora in circolo. I funghi prataioli, in genere, erano, infatti, disposti a circolo. Anche sotto questo aspetto si nascondeva un intento ludico, Analoghi riferimenti ludici, ma anche divinatori racchiudevano le lumache, così care alla gastronomia ligure e all'immaginario collettivo di questa terra.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A DICEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
SU