Al Direttore - 11 agosto 2013, 10:55

Discussione sulla morte di Kaies Bohli: lungo intervento del lettore Tommaso Casti

Discussione sulla morte di Kaies Bohli: lungo intervento del lettore Tommaso Casti

Un nostro lettore, Tommaso Casti, ci ha scritto per inserirsi nella discussione sulla morte di Kaies Bohli:

"A prescindere dalle dinamiche dei fatti ancora da scoprire e per le quali gli inquirenti cercano ancora testimoni (a dimostrazione che le cose sono ancora poco chiare), mi chiedo se la tipologia di reato contestato non sia simile, nei suoi elementi costitutivi, alla famosa colpa del medico: negligenza, imprudenza o imperizia. Alla cronaca quotidiano casi del genere ve ne sono parecchi ma non mi pare che ci si soffermi a parlare così tanto come nel caso della morte del ragazzo tunisino. Medici rei di vere e proprie indecenze, dimenticanze o imperizie letali che vengono magari poi prosciolti o comunque lasciati al loro posto, con grave pericolo di reiterazione della loro ignoranza in materia. Certo è che il medico appartiene ad una casta sociale superiore a quella del carabiniere ed incriminare una carabiniere... diciamocela pure, da punti! Da punti ai giornalisti che spaziano con testate ricche di enfasi sull'accaduto, punti… a chi fa comodo la notorietà per un caso che può essere un trampolino di lancio per chissà dove. Pertanto, ritengo innanzitutto sia poco corretto che qualcuno parli senza sapere ed allo stesso tempo qualcun'altro parli sapendo più degli altri. Mi spiego. Se non erro allo stato dei fatti attuali gli atti sono ancora secretati (perizia, interrogatori etc..) sino a conclusione indagini ove le parti (difesa e parte civile) potranno avere accesso e prenderne visione. Allora perchè l'Organo inquirente si espone in dichiarazioni pubbliche inerenti il contenuto di quegli atti? Sarebbe come giocare a briscola dove uno ha le carte scoperte e l'altro coperte. Facile vincere, no? Ne consegue che l'opinione pubblica assimila informazioni sbagliate e plasmate a piacere per attirare l'attenzione e magari vendere qualche copia in più del giornale ed allo stesso tempo il famoso garantismo tanto osannato e sovente applicato a chi non lo merita, diventa un utopia per coloro che si trovano invischiati in questa brutta storia: i Carabinieri. Chissà perchè per loro (gli sbirri) la presunzione di innocenza sino al processo non viene mai tirata in ballo, anzi, ancor prima di un rinvio a giudizio, ormai sacrosanto e provvidenziale per loro se non altro per essere giudicati da un organo superpartes, da semplici indagati vengono già messi alla gogna ('lo Stato deve farsi carico di quella morte' detto dalla Procura è abbastanza eloquente). Questo è garantismo? Gli accertamenti e la formulazione di un'imputazione sono rigorosamente giusti qualora vi siano gli elementi, ma la difesa è altrettanto gradita e degna di rispetto per tutti, anche per i Carabinieri".

Carlo Alessi

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