Al Direttore - 18 marzo 2013, 07:41

Un turista che viene a Sanremo da 40 anni: "Ho visto cadere la città sempre più in basso!"

Un turista che viene a Sanremo da 40 anni: "Ho visto cadere la città sempre più in basso!"

Un nostro lettore ci ha scritto in relazione ai suoi ultimi 40 anni di ‘visite’ a Sanremo:

“Premesso che non sono un cittadino sanremese però amo questa città al punto che ci vengo in vacanza a passare l'inverno da oltre 40 anni e negli ultimi 40 anni l'ho vista cadere sempre più in basso. Ricordo tutta una serie di iniziative e manifestazioni (e non mi riferisco solo al festival) che accoglievano chi visitava questa città rendendola famosa nel mondo adesso, le strade sono sporche e piene di buche, manifestazioni a parte lo splendido corso fiorito nisba (chissà perchè una manifestazione come i carri di carnevale che attirava migliaia e migliaia di turisti è stata abolita,forse faceva ombra a quello di Viareggio?). Nei suoi splendidi negozi ti accoglievano con gentilezza, in un modo speciale facendoti sentire importante adesso quando entri sembra che dai fastidio con il personale a volte anche sgarbato. Per rendere l'idea di come le cose siano cambiate mi permetto di ricordare il titolo di uno splendido libro scritto dal giornalista Mario Cupisti,che conservo ancora, dal titolo emblematico “quando Sanremo profumava di mandarini”. Per non parlare di quando ci si organizzava per andare ai splendidi matinè danzanti ,alle splendide serate di gala al Casinò terminando le nostre 'incursioni' nei saloni superiori le splendide sale da gioco. Ricordo la gentilezza del personale che nelle sue splendide livree ti accoglieva facendoti sentire importante e quando a notte fonda lasciavi il Casinò era ancora lì ad attendere per augurarti la buona notte ed a ringraziarti della visita auspicando nel contempo un tuo gradito ritorno. Adesso invece arrivi con la macchina e trovi un parcheggiatore vestito in modo anonimo, portieri ad accoglierti neanche l'ombra, al piano superiore invece di trovare quelli che noi chiamavamo i bucatori (dalla macchinetta in loro possesso che bucava la tessera) anche loro in livrea, trovi persone vestite in modo dozzinale, spesso ‘stravaccate’ al bancone che a malapena ti salutano (evidentemente nessuno ha spiegato loro che il saluto è gratis). Il dramma vero però è in sala da gioco luogo, dove se non avevi giacca e cravatta non potevi accedere, adesso vedi aggirarsi gente trasandata e spesso, specialmente d'estate in ciabatte (nel salone delle slot machines anche gente in costume con l'asciugamano sui fianchi). A parte l'abbigliamento, i croupiers, un tempo famosi in tutto il mondo per la loro serietà e professionalità parlano (per la verità non tutti) di continuo tra loro e se ti azzardi a dire qualcosa i loro superiori ti dicono candidamente che è così e se non ti va ti invitano a salire in macchina e andare in un altro casinò magari in Francia. Per rendere l'idea di come le cose siano cambiate in quella che una volta la citta dei fiori mi permetto di ricordare il titolo di uno splendido libro scritto dal giornalista Mario Cupisti, che conservo ancora, dal titolo emblematico ‘Quando Sanremo profumava di mandarini’.”

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