"Il management aziendale è costoso e poco produttivo". Questa l'analisi di Daniela Cassini, consigliere comunale d'opposizione, in merito al tema del casinò di Sanremo. "Abbiamo emolumenti e retribuzioni da 150 mila euro l'anno - spiega - più una variabile di 45 mila euro, più rimborsi integrali delle spese connesse alle mansioni, più i bonus, più la disponibilità di un'abitazione e di un'autovettura da 40 mila euro, più strumentazione varia, più una polizza assicurativa per malattia per l'interessato ed i famigliari conviventi".
"A questo management si sono aggiunti altri due consulenti, uno dei quali non è una new entry ma è un ritorno - prosegue Daniela cassini analizzando l'organizzazione interna dalla casa da gioco - In questo noto una sovrapposizione di competenze con dei doppioni. Al casinò mancano ruoli moderni, con competenze e specializzazioni sull'innovazione e sui nuovi mercati".
Intanto il consiglio comunale di Sanremo, nella sua seduta di martedì scorso, ha approvato il piano di impresa della casino spa. Un documento su cui si dovrà basare lo sviluppo della casa da gioco, per cercare di invertire se non di limitare la crisi economica.
"Oggi il punto centrale non è più la quadratura dei conti per limitare i danni, perchè si vive già un clima di fallimento dell'azienda, di libri in tribunale e di commissariamento - ha detto la Cassini - Il punto centrale è il futuro del casinò e la responsabilità che il Comune ha verso la casa da gioco. Vedo una crisi di idee che il governo della città oggi non è in grado di invertire".
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