Un nostro lettore, M.L., ci ha scritto per sottoporci un fatto a lui accaduto per il pagamento di una multa:
"A fine anno ho giustamente preso una multa per sosta in zona disco per superamento periodo indicato (sul fatto dei pochi posti liberi in Sanremo, in particolare per chi ci deve andare per lavoro, non mi soffermo perché è un altro discorso). Ricevo in questi giorni la comunicazione raccomandata da parte della Polizia Municipale con verbale di contestazione e due bollettini postali, uno precompilato per 35 euro (A) ed uno in bianco (B). Per pagarla leggo le 'Modalità di estinzione', primo paragrafo dell'allegato, e resto esterrefatto, anzi, per usare un francesismo, mi incacchio proprio! Escludendo il pagamento presso la cassa del Corpo di Polizia Municipale per ragioni logistiche e soprattutto per incompatibilità con il mio orario di lavoro procedo per scegliere tra il bollettino postale o il bonifico bancario, quest'ultimo il più comodo data la possibilità di farlo con l'internet banking, ma... e sì, c'è un ma, quale importo pagare? Penso di primo acchito ai 35 euro indicati sul bollettino (24 di sanzione + 7,20 di spese postali + 3,80 di spese di accertamento e notifica) ed invece No! Andando oltre, vi prego di leggere il già citato primo paragrafo dell'allegato, scopro che a tale cifra bisogna aggiungere ulteriori € 3,40 di un non meglio specificato CAN (?) nel caso di ritiro della busta da parte di 'perona' (immagino intendano 'persona' ma così è scritto) diversa dall'interessato, oppure di ulteriori 3,90 € per non meglio specificato CAD se ritirato presso l'ufficio postale. Ho riletto più volte ma, scusate sono un semplice diplomato ragioniere over 50, continuo a non capire. Concludo pensando a ciò che il mio professore di diritto ed economia di 35 anni fa, recentemente mancato, ci diceva alle lezioni delle superiori: una tassa, imposta o contravvenzione, oltre che equa, deve essere caratterizzata dalla semplicità di riscossione per evitare evasione e mancanza di fiducia del cittadino verso le istituzioni. Tale professore non era norvegese, francese o tedesco, ma di origine siciliana".