Dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha stabilito la non sufficienza delle motivazioni riguardo allo scioglimento del consiglio comunale di Bordighera, Carla Nattero osserva ‘La sentenza non tiene conto di quanto è emerso dagli sviluppi delle indagini sulle infiltrazioni della ndrangheta nel ponente e su i suoi rapporti nel mondo politico con l’operazione di dicembre denominata “La svolta”. Al di là della sentenza amministrativa del Consiglio di Stato permane il concetto di fondo: il fenomeno dell’infiltrazione della ‘ndrangheta non va assolutamente sottovalutato. Questa sentenza non può essere considerata un’assoluzione né per il comune di Bordighera né per quello di Ventimiglia’.
In sostanza, sostiene la Nattero, ci sarebbe una forte campagna da parte del mondo politico coinvolto per negare o ridimensionare la gravità del fenomeno ‘Non è pensabile che la gente metta la testa sotto la sabbia e faccia finta di non vedere. Il rapporto "Gli investimenti delle mafie" commissionato dal Ministero dell'Interno all'Università Cattolica di Milano, dimostra che l'infiltrazione mafiosa non è frutto di fantasie né di un tentativo di demonizzazione degli amministratori del PdL e delle attività economiche della società ponentina. Infatti, dallo studio risulta che la Liguria è la prima regione del Nord Italia per indice di presenza mafiosa e, nella regione, Imperia è la provincia che ha una maggiore collusione con la mafia. La nostra provincia, inoltre, ha un altro record negativo: è la prima del Nord per infiltrazione mafiosa ed è sedicesima a livello nazionale. Quindi facendo un riassunto: Imperia, secondo lo studio dell’Università Cattolica, è sedicesima per tasso di infiltrazione mafiosa a livello nazionale e ultima, secondo le graduatorie del Sole 24 ore, per qualità della vita. Non dobbiamo farci tranquillizzare dalle sentenze, perché un conto è il dato investigativo e un altro il dato politico, economico e sociale. E il rapporto dell'Università Cattolica non ci lascia dubbi su come stiano effettivamente le cose’.
Personalmente Carla Nattero ha aderito alla campagna nazionale di Libera contro la corruzione "Riparte il futuro", che chiede ai candidati al Parlamento cinque impegni stringenti: mettere in rete il curriculum vitae, la propria condizione reddituale e patrimoniale, l'eventuale presenza di conflitti di interesse e la situazione giudiziaria. E li impegna a riformare, nei primi 100 giorni della legislatura, l'articolo 416 ter del Codice Penale, norma che riguarda lo scambio elettorale politico-mafioso e che considera corruzione soltanto il passaggio di denaro dal rappresentante pubblico al corruttore, trascurando altre controprestazioni essenziali: favori, raccomandazioni, informazioni privilegiate su appalti in cambio di voti, garanzie dalla repressione.
Conclude la Nattero ‘Tutte le forze sane della società imperiese devono comprendere il senso e la gravità dell'allarme pronunciato oggi dal magistrato Anna Canepa “In Liguria la lotta alla criminalità organizzata non deve arretrare. Bisogna mantenere la consapevolezza che in questo periodo la criminalità sta avanzando".