“Essendo ormai giunti a fine anno si rende necessario valutare lo stato della crisi Sociale determinata dal crac finanziario del 2012 e valutare le difficoltà delle famiglie anche nel 2013. Nei giorni scorsi, con i nostri funzionari del settore e in collaborazione con l’Assessore delegato Peretti Gianfranco, ho voluto valutare tutti i dati in nostro possesso per determinare le necessità a cui siamo stati in grado di dare delle risposte e le priorità a cui dovremo far fronte nel 2013. Il primo dato che emerge è che in soli dieci anni le risorse, ricevute dal nostro Comune da parte dello Stato, della Regione e dalla Provincia, si sono ridotte sensibilmente, passando da una copertura diretta del nostro ente pari al 50% per i bisogni del settore sino al 90 % destinata oggi nel Bilancio Comunale”.
Lo scrive il Sindaco di Vallecrosia, Armando Biasi, che prosegue: “Negli ultimi anni sono stati eliminati completamente i fondi regionali per il sostegno alla locazione, il fondo per la non autosufficienza, solo per fare due esempi eloquenti, mentre in cambio nell’ultimo anno sono aumentati del doppio i casi di sfratto per morosità, e risultano in aumento i casi di affido minorile a carico del nostro Ente, mentre le nostre assistenti sociali hanno osservato un aumento considerevole degli accessi presso gli uffici di nuclei familiari ed anziani che non riescono ad arrivare a fine mese.
Posso confermare che la maggioranza delle persone ricevute presso il mio ufficio mi hanno segnalato la perdita del lavoro diretta o del coniuge, la difficoltà nel pagamento del canone di locazione che ha raggiunto rincari insostenibili. Tutto ciò deriva dal fatto che nella nostra Provincia l’A.R.T.E (ex I.A.C.P.), ma penso anche nel resto dell’Italia, non ha più finanziato un piano per la costruzione di alloggi a canone sostenibile o di edilizia pubblica; in Vallecrosia in oggi abbiamo almeno 60 famiglie a rischio di sfratto. Per quanto riguarda l’occupazione, i problemi sono ancora più gravi; non sono stati valutati con attenzione, negli anni ottanta-novanta, gli effetti e le cause che hanno generato la crisi in tre settori strategici della nostra zona, quali la floricoltura, il turismo e l’edilizia; oggi con la crisi Europea riemergere è molto più complicato. Dovendo proiettare la crisi nel 2013 per la nostra zona di Ponente emergono seri campanelli di allarme per la tenuta sociale di cui noi Sindaci e le varie istituzioni dobbiamo considerare onde proporre risposte concrete immediate. La prima soluzione, da considerarsi comunque una semplice provocazione, è quella di proporre al 15 per cento della popolazione delle nostre zone di trasferirsi altrove onde evitare un fallimento familiare a cui non si possa offrire soluzione.
La seconda proposta che ho già fatto all’Assessore Peretti nel suo ruolo di vice-Presidente del distretto Socio-Sanitario, peraltro ampiamente condivisa, è di convocare una riunione con tutti i Sindaci della nostra zona ed individuare quali soluzioni sono da intraprendere ed i relativi costi delle stesse per il 2013.
Occorre estendere questo studio anche al distretto di Sanremo ed Imperia in modo omogeneo e condiviso, in quanto ritengo che tutti i Sindaci abbiano i medesimi problemi, al fine di redigere una richiesta congiunta al Prefetto in cui spiegare alle rappresentanze dello stato sul territorio tutto ciò che sta realmente accadendo, al fine anche di evitare di dover apporre dei cartelli all’ingresso dei nostri uffici, Servizi Sociali, con scritto “Chiuso per mancanza di fondi”. Noi continuiamo a confermare gli stanziamenti per il settore pari sia nel 2011, 2012 e forse anche per il 2013, ma con i continui tagli dello Stato ci chiediamo come potremo aiutare le persone in difficoltà”.
“Credo che sia vergognoso ed irresponsabile da parte dello Stato lasciare i Sindaci, gli Assessori ma soprattutto le assistenti sociali da soli a gestire una situazione così grave; non possiamo abbandonare i nuovi poveri della vecchia classe media, vero motore del paese. Temo, ma spero proprio di sbagliarmi, che lo Stato abbia deciso di non aiutare più una fascia considerevole di persone che sono al limite della sostenibilità economica. Vorrei far osservare che se in oggi una diga è attuabile, domani senza vere politiche di emergenza sociale i costi potrebbero triplicare.
L’esempio pratico in una famiglia-tipo potrebbe essere il seguente: “all’interno del nucleo domestico uno dei coniugi perde il lavoro, inizia la difficoltà nel pagamento dell’affitto che inevitabilmente si tradurrebbe in sfratto esecutivo, quindi disagio abitativo ed economico conseguente; nel caso ci fossero dei figli minori inizio di percorsi spiacevoli ma dovuti per legge. Se fossimo intervenuti per tempo avremmo, con relativi contributi, salvato una famiglia. Allora non attendiamo che casi simili possano accadere con eccessiva frequenza ed incontriamoci velocemente per condividere le azioni serie e mirate che vanno proposte e realizzate per il 2013, costituendo un osservatorio dell’emergenza sociale”.
“Tutto ciò premesso in accordo con la Giunta abbiamo deciso di non installare le luminarie natalizie – termina Biasi - ma accantoneremo una parte delle somme a disposizione in un fondo speciale dei servizi sociali, mentre l’altra parte verrà utilizzata per iniziative natalizie a favore delle fasce deboli come la tradizionale consegna dei panettoni agli anziani, il dono di giocattoli per i bambini meno fortunati e l’organizzazione di due momenti di festa comune per le famiglie che non si possono più permettere nessun momento conviviale sia per il Santo Natale che per l’ultimo dell’Anno”.