Al Direttore - 22 novembre 2012, 19:44

Prosegue il dibattito sulla presenza degli 'enduristi' in montagna: ecco l'intervento di Andrea

Prosegue il dibattito sulla presenza degli 'enduristi' in montagna: ecco l'intervento di Andrea

Un nostro lettore, Andrea, ci ha scritto in relazione alla diatriba sull’enduro:

"Le uniche cose che io ho visto rotolare da queste parti sono i muri a secco, a causa dei cinghiali, che regolamentazione di caccia o meno, continuano a moltiplicarsi a dismisura. Chi conosce i cinghiali sa perfettamente che a musate vanno anche sui bordi dei muri in cerca di vermi e tuberi. Così alla fine tirano giù gli stessi. Hai voglia di cercare un valido interlocutore nella Provincia (che intanto verrà accorpata con chissà quali esiti). Gli stessi muri a secco, che se ne scendono, nessuno li rimette in piedi, perché non c’è più l’interesse economico. Ad incominciare da chi coltivava fiori. Finiti quelli, la campagna è finita. Le serre e i macchinari, ma soprattutto i vetri, vengo lasciati ai rovi, che intanto coprono tutto. E così diventa anche ben difficile recuperare i terreni. Figurarsi se si rifanno i muri a secco! E questo è un bell’altro segnale di amore per la terra. Nessuno poi si occupa dell’acqua. Si lasciano le sorgenti nuovamente libere dalla regimentazione in vasche e beudi oppure si cementifica e le sorgenti prendono altre strade. Come dico sempre non si dovrebbe mai spostare un 'rubinetto' da una montagna. Ma anche questo è stato fatto, mentre i vecchi sapevano benissimo che l’acqua prima o poi la strada se la rifà dove è sempre stata e se ne frega degli spostamenti umani. Per non parlare degli inquinamenti chimici, che sulle montagne sono dati da vasche biologiche mal progettate, mal funzionanti o addirittura del tutto mancanti. Il sottobosco è sacro. Guai a toccarlo. Poi se secca e fa da innesco a piromani e quant’altro, pazienza. Tutto questo e molto altro è causa del dissesto idrogeologico. Compreso la mancanza di fondi, che forse sono pure stati mal gestiti da una certa politica, cosa che ha comportato la chiusura di alcune comunità montane, non solo in Liguria e l’azzeramento dei fondi stessi. Non credo che Marcello Andreoli, nonostante la sua mole, e altri amici abbiano il gusto di distruggere, come tanti altri amici non penso siano i sacri difensori dell’ambiente. Per quanto conosca gli uni e gli altri, so che la maggior parte sono tutte brave persone. A ben vedere è la storia del dito e della luna. La natura ci mostra la luna, ma noi guardiamo il dito che copre la luna. Ed è il dito degli enduristi, dei politici, degli ambientalisti, dei ciclisti e dei cacciatori, che litigano inutilmente tra loro. Ognuno tira l’acqua al suo mulino, come sempre accade in Italia. Così alla fine, invece di poter trovare soluzioni in cui tutte le posizioni risultino vincenti e vincente anche la natura, l’unica cosa che succede e che tutti perderanno.   Ma tranquilli, che la natura prima o poi i suoi spazi se li riprende, magari anche con una certa veemenza".

Carlo Alessi

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