Politica - 06 novembre 2012, 16:21

Riordino Province, la Cisl Fp scrive ai Parlamentari. Maccario: "Il decreto va cambiato"

Il sindacato da tempo rivendica l’apertura di un tavolo sulla semplificazione dei livelli amministrativi e la riorganizzazione degli enti locali

Riordino Province, la Cisl Fp scrive ai Parlamentari. Maccario: "Il decreto va cambiato"

“Il decreto legge sul riordino delle Province va cambiato” è questa la posizione della Cisl Fp che scrive ai parlamentari di Camera e Senato per sollecitare “modifiche sostanziali rispetto alla tutela dei servizi, delle professionalità, dei bisogni delle nuove comunità” e chiama in causa “un nuovo disegno organizzativo e istituzionale che investa anche Regioni e Comuni. E che punti sulla valorizzazione delle competenze”.

Il sindacato da tempo rivendica l’apertura di un tavolo sulla semplificazione dei livelli amministrativi e la riorganizzazione degli enti locali, perché, sottolinea il segretario generale Vittorio Maccario, “l’esame congiunto su organici e mobilità non può che essere il pezzo finale di un progetto complessivo di razionalizzazione e rilancio del welfare locale”.

“Chiediamo ai capigruppo di Camera e Senato e ai parlamentari di tutte le regioni di modificare una legge che non produrrà risparmi ma creerà caos istituzionale e disservizi per le comunità”, denuncia il segretario Cisl Fp. “Il numero delle Province è stato ridotto ma occorre più chiarezza sui livelli amministrativi e sulle funzioni che non possono essere frammentate e parcellizzate tra i Comuni, come ad esempio le politiche attive e passive del lavoro, o attribuite ad altre amministrazioni, come la Protezione Civile alle Prefetture per le Città metropolitane, ma devono essere gestite per area vasta. Il risparmio si fa attraverso l’integrazione, le economie di scala, i servizi a rete. Che presuppongono un investimento in formazione e qualificazione del personale”.

Tre i punti critici additati dal sindacato rispetto al decreto: “In primo luogo la previsione per le province di funzioni “residuali”, insufficienti a garantire il coordinamento sul territorio. Secondo, il fatto che le Regioni non possano delegare funzioni alle Province, con il rischio di riaccentrare i costi senza migliorare i servizi alle comunità. E poi la questione degli organici: si continua a parlare di numeri senza un disegno chiaro di come riorganizzare il sistema. E senza una ricognizione delle professionalità che ci sono e di quelle che servono. E’ un approccio miope e controproducente. Noi diciamo no a qualunque ipotesi di esubero”.

“Le rete dei servizi pubblici locali deve essere il motore della razionalizzazione amministrativa del nostro Paese a vantaggio di cittadini ed imprese” rimarca Maccario. “Le professionalità interne alle provincie devono essere salvaguardate, anche in termini occupazionali, anche per quanto riguarda il personale precario, e valorizzate con nuovi percorsi formativi e di sviluppo professionale. Senza aumentare la spesa a carico dei cittadini, ma utilizzando parte dei risparmi (ex art 16 DL 78/2010) che si potranno produrre con un vero riordino ed una reale semplificazione”.

“Per questo vogliamo una convocazione urgente dal parte del ministro Patroni Griffi. E un impegno da parte del Parlamento affinché il decreto venga corretto in sede di conversione”.


C.S.

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