Attualità - 22 ottobre 2012, 12:08

Sanremo: visita in carcere del segretario generale del SAPPE Roberto Martinelli

"La mia presenza nel carcere di Sanremo vuole dunque essere testimonianza di vicinanza del Primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE, ai disagi quotidiani delle colleghe e dei colleghi in servizio nella struttura detentiva sanremese, carcere nel quale nelle ultime settimane si sono registrate violente e vili aggressioni a nostri Agenti” - ha detto Martinelli.

Roberto Martinelli

Roberto Martinelli

Visita stamani al carcere di Sanremo di Roberto Martinelli, Segretario generale aggiunto del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. Il sindacalista ha fatto visita agli agenti di Polizia penitenziaria in servizio nella casa circondariale della città dei fiori, dove ha sottolineato che: "La Liguria è la Regione d’Italia nella quale sono detenute complessivamente oltre 1.905 persone nei 7 penitenziari regionali che hanno complessivamente una capienza regolamentare di poco superiore ai mille posti letto. A Sanremo, in particolare, dove i posti letto regolamentari sono 209, i detenuti presenti a fine settembre erano in realtà 355. Ed il Reparto di Polizia conta più di 80 agenti in meno rispetto all’organico previsto. La mia presenza nel carcere di Sanremo vuole dunque essere testimonianza di vicinanza del Primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE, ai disagi quotidiani delle colleghe e dei colleghi in servizio nella struttura detentiva sanremese, carcere nel quale nelle ultime settimane si sono registrate violente e vili aggressioni a nostri Agenti”. 

“Dal 1 gennaio al 30 giugno 2012 nel carcere di Sanremo ci sono stati 13 atti di autolesionismo - ingestione di corpi estranei, chiodi, pile, lamette, pile; tagli diffusi sul corpo e provati da lamette, 37 colluttazioni, l’evasione di un detenuto mentre fruiva di permesso premio. Anche a Sanremo, come nelle altre carceri liguri, abbiamo un Personale di Polizia altamente specializzato che con professionalità, competenza e soprattutto umanità lavora nelle sovraffollate sezioni detentive, nonostante una cronica carenza di Agenti. - precisa ancora Martinelli - Poliziotti nonostante tutto sereni e consapevoli dell’importanza del ruolo istituzionale e sociale loro affidato. Certo, fino ad oggi la drammatica situazione determinata dal sovraffollamento è stata contenuta principalmente grazie al senso di responsabilità, allo spirito di sacrificio ed alla grande professionalità del Corpo di Polizia Penitenziaria”.

“L’auspicio del SAPPE - conclude Martinelli - è che la classe politica ed istituzionale del Paese faccia proprie le importanti e pesanti parole dette dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sulle nostre carceri “terribilmente sovraffollate” e ci si dia dunque da fare - concretamente e urgentemente - per una nuova politica della pena, necessaria e non più differibile, che ‘ripensi’ organicamente il carcere e l’Istituzione penitenziaria, che preveda circuiti penitenziari differenziati a seconda del tipo di reato commesso ed un maggiore ricorso alle misure alternative per quei reati di minor allarme sociale con contestuale impiego in lavori di pubblica utilità per il recupero ambientale del territorio e tutti i detenuti in attività lavorative, anche in carcere. Oltre alla non più rinviabile espulsione dei detenuti stranieri condannati per fare scontare loro la pena nelle prigioni del Paese di provenienza. I detenuti che lavorano, ad esempio, sono una percentuale irrisoria, e ciò alimenta l’ozio in carcere e l’acuirsi delle tensioni che nel recente passato hanno visto alcuni detenuti scontrarsi nella sala socialità del carcere. Condizioni, sovraffollamento e carenza di poliziotti, che si ripercuotono negativamente sulla dignità stessa di chi deve scontare una pena in celle affollate e soprattutto di coloro che in quelle sezioni detentive svolge un duro, difficile e delicato lavorato, come quello svolto dai poliziotti penitenziari”.

C.S.

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