Sanremo Ospedaletti - 09 ottobre 2012, 18:55

Il leader dei Nomadi, Beppe Carletti, ad Area Sanremo. "I segreti del successo? Umiltà e divertimento"

A dirlo è Beppe Carletti, storico fondatore e tastierista del gruppo dei Nomadi in visita oggi a Sanremo come secondo ospite al concorso che porta i giovani al Festival della canzone italiana.

Da sinistra: Paolo Giordano, Beppe Carletti, Bruno Santori

Da sinistra: Paolo Giordano, Beppe Carletti, Bruno Santori

Umiltà e divertimento: sono questi gli ingredienti chiave per fare successo. A dirlo è Beppe Carletti, storico fondatore e tastierista del gruppo dei Nomadi in visita oggi a Sanremo come secondo ospite ad Area Sanremo, il concorso che porta i giovani al Festival della canzone italiana.

Il leader del gruppo musicale ha fatto il suo ingresso al Palafiori nel tardo pomeriggio per incontrare gli oltre 400 giovani artisti impegnati nella settimana di lezioni base del concorso. “Venire a Sanremo è sempre bello - ci conferma Beppe - nel 2006 è stato un grande successo per noi. Poi ci siamo tornati con Irene Fornaciari. Eravamo stati anche nel '71 e non abbiamo avuto grande successo. Sanremo ha sempre portato bene e spero che sia così anche per quei ragazzi lì”.

Con la semplicità e disponibilità che da sempre contraddistingue il gruppo, il simbolo dei Nomadi è subito entrato in sintonia con la platea di studenti pronti ad ascoltare i consigli di un professore speciale. Inevitabile il confronto con gli anni passati e le difficoltà che invece oggi incontra chi vuole entrare nel mondo della musica. “I nostri erano anni diversi, le cose duravano di più, adesso, dopo sei mesi un disco è già vecchio. Per chi ci deve entrare è dura, se lo si fa per fare successo forse non arriva mai – ha raccontato Beppe - I Nomadi non sono partiti per fare successo, il nostro desiderio era suonare nelle balere, dopo anni di gavetta siamo arrivati ad incidere il disco ed avere visibilità in tutta Italia”.

Una strada in salita quella per i giovani di oggi, ma quali sono i segreti per farcela? “Ci vuole costanza, essere se stessi e cercare di essere umili, non bisogna pensare di essere i più bravi – ha confermato Beppe - Non pensiamo che sia come nei film americani dove mentre canti, passa il produttore davanti alla finestra, ti sente e ti fa fare successo. Non è cosi, occorre avere belle canzoni, essere se stessi e diversi da chi c'è già”.

A vent'anni dalla scomparsa dell'altro simbolo del gruppo Augusto Daolio e con una carriera che li vede sempre al top con tour in tutta Italia, i Nomadi si sentono ancora giovani e guardano al futuro. “Noi ci guardiamo con certa sicurezza perché abbiamo un buon passato, guardo al futuro anche se è dura” ha aggiunto Carletti.

Rivederemo i Nomadi al Festival? “Io non so se i Nomadi verranno al festival, è uno dei palcoscenici musicali più importanti d'Italia, possiamo criticarlo quanto si vuole ma la realtà è questa. Questi ragazzi ci devono credere ma non abbattersi se non succede niente. Quanti sono andati a Sanremo e nessuno poi si ricorda?. L'apparizione non fa cambiare la vita. Ognuno di loro cerca la visibilità ma bisogna essere umili”.

Continua lo spazio dedicato agli ospiti: mercoledì sarà infatti la volta di un'altra testimonianza del mondo della musica, Marco Masini.

 

Silvia Iuliano

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A OTTOBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
SU