Politica - 27 settembre 2012, 23:15

Imperia: vicenda Seris e riapertura delle mense, il pensiero di Pasquale Indulgenza (PRC)

Imperia: vicenda Seris e riapertura delle mense, il pensiero di Pasquale Indulgenza (PRC)

"La misura che è stata adottata è un rimedio parziale ad un problema ben più ampio e profondo nell'assicurazione di servizi essenziali ai cittadini. Un rimedio che è comunque costato dei sacrifici per i lavoratori addetti alle mense e ha realizzato una esternalizzazione delle attività educative. Riteniamo di dover osservare, al riguardo, che l'avvenuta evocazione del principio "lavorare meno per lavorare tutti" risulta alquanto inadatta al caso, poiché la logica autentica che ispira tale criterio (da noi perorato almeno da qualche ventennio), è quella di una diversa distribuzione ed organizzazione del lavoro rigorosamente a parità di retribuzione, non a costo di decurtazioni".

Lo scrive Pasquale Indulgenza, ex Capogruppo del PRC in Comune ad Imperia, che prosegue: "Quella che risulta essere stata decisa ed operata comporta invece una compressione salariale. 'Lavorare meno per lavorare tutti' dovrebbe essere inteso a promuovere lavoro ed occupazione, ma in termini espansivi e in direzione della stabilità e del pieno soddisfacimento dei corrispettivi economici. Il fatto è che non si può pensare più di continuare ad inseguire le emergenze. Il soggetto cui tuttora è affidata la gestione del comparto socio-educativo di cui stiamo parlando (più altre importanti competenze che risulterebbero dalla sua denominazione e dal suo statuto ma non dai fatti), la società Seris, non può più reggere, in tutta evidenza, la situazione in cui esso è stato calato ed inserito, e per complicazioni normative e per fragilità ed insufficienza dell'impianto di cui è parte. Occorre quindi attrezzarsi, nella nostra Città, ad affrontare la portata strutturale dei problemi che abbiamo in Comune. E' l'unica via, a nostro avviso, per trovare soluzioni corrispondenti ai bisogni sociali esistenti e capaci di prevenire speculazioni di ogni sorta sulle politiche amministrative dell'istituzione locale. Il PRC pensa che occorra ripensare l'intera architettura istituzionale e amministrativa del servizio pubblico locale e che asse centrale di tale architettura debba essere un bilancio sociale e partecipato. Un bilancio imperniato sul riconoscimento e sulla chiara definizione dei beni comuni da promuovere in un territorio amministrato e dell'esigibilità delle prestazioni sociali cui le persona e la collettività hanno diritto. Esso andrebbe concepito in un quadro complessivo di riscrittura del ruolo e delle funzioni del Comune di Imperia, che in concreto è storicamente carentissimo di servizi e che da qualche decennio è sempre più gravemente depauperato di agibilità e risorse, a causa del 'combinato disposto' di politiche piovutegli addosso e di scelte deliberate a livello locale. Sul concetto di pubblico va aperta, senza remore o ipocrisie, senza ideologismi o qualunquismi, una discussione rigorosa, per l'appunto pubblica: che cosa oggi dobbiamo esigere, in termini di cittadinanza, di comunità di cittadini, da funzioni che appartengono al nostro Comune e che ne giustificano in gran parte la stessa esistenza nel territorio? Come assicuriamo, in un'accezione universalistica, servizi veri agli aventi diritto e non prestazioni sempre più onerose, incerte e parziali, soccorrendo adeguatamente le fasce sociali più deboli e le condizioni di maggiore vulnerabilità? Come facciamo, cioé, un pò di seria equità realizzando la protezione sociale di cui abbiamo bisogno? Quali risorse mettiamo in campo, per costruire questo welfare di civiltà, il Comune dei cittadini? Noi proponiamo di invertire la tendenza sciagurata di questi anni di liberismo e di attacco continuo allo stato sociale e di cambiare indirizzo, poiché siamo persuasi che la valorizzazione dei requisiti del pubblico rispetto alla messa sul mercato, oltre che dovuta e giusta (perché paghiamo le tasse!), otterrebbe di assicurare il maggior beneficio per la collettività dei cittadini in termini di stabilità (dei prezzi e delle condizioni lavorative), di tenuta nel tempo dei servizi, di qualità e di verificabilità delle gestioni e dei risultati. In più, essa consentirebbe di allargare il campo degli interventi sociali per la promozione del welfare locale, dando modo di realizzare in prospettiva ulteriori sbocchi occupazionali ed impieghi socialmente qualificati".

"E' chiaro che - termina Indulgenza - non ci attendiamo che una simile progettazione venga resa dalla gestione commissariale, ma tuttavia torniamo a chiedere che essa sappia e voglia mettersi in ascolto rispetto alla sua sempre più avvertita esigenza e favorisca e stimoli, con intelligenza ed apertura, i luoghi del confronto attesi per concepirla, prima che una campagna elettorale già imbruttita nei suoi precoci inizi da forzature vistosamente personalistiche e da fronteggiamenti accentuatamente speculativi, tra trasformismi in cantiere e sondaggi in partenza, finisca per renderlo impraticabile. Da questo punto di vista, sorprende e inquieta non poco, francamente, il basso profilo tenuto durante lo svolgimento della vertenza da parte di molte forze politiche e sociali, tra cui alcune di quelle più consistenti e accreditate del versante progressista. Eppure, quella dei servizi comunali in discussione è una delle cinque questioni di maggiore importanza, nella vita attuale del Comune e in vista della prossima elezione democratica della nuova rappresentanza istituzionale, insieme alla scelta da fare per l'acqua, alla gestione dei rifiuti, al destino della nostra struttura ospedaliera e alla vicenda della portualità locale. Auguriamoci, per il bene di tutti, che sin dalle prossime settimane la vita pubblica imperiese torni a parlare la lingua di una diversa, ben più forte e chiara presa sui problemi da parte degli attori politici e sociali".

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