Politica - 23 luglio 2012, 14:19

Accorpamento della Provincia a Savona: oggi assemblea del personale ed intervento del PD

Il partito di opposizione punta il dito sull'eccessivo costo delle Partecipate, della politica e dei Dirigenti. Ma, intanto, il costo del personale incide 10 volte tanto.

Accorpamento della Provincia a Savona: oggi assemblea del personale ed intervento del PD

Dipendenti in assemblea per tutta la mattina e Partito Democratico sul piede di guerra. Il palazzo della Provincia si presentava così, questa mattina, a poche ore dall’annuncio ufficiale del Consiglio dei Ministri che, con i nuovi parametri ‘cancella’ la Provincia di Imperia, accorpandola (anche se questo è ancora da confermare) a quella di Savona. I dipendenti hanno discusso per ore sul loro futuro e, probabilmente, nel corso del pomeriggio saranno le sigle sindacali ad emettere un comunicato congiunto per stabilire il ‘da farsi’ nelle prossime settimane. A pochi minuti dalla chiusura dell’assemblea dei dipendenti, è stato il PD a prendere la parola sui tagli del Governo e sulla ‘spending review’.

Il partito di opposizione in Provincia ha puntato decisamente l’indice contro l’elevato costo delle partecipate, contro gli investimenti fatti sulle ville acquisite e sull’eccessivo costo dei Dirigenti e della Politica. Il PD ritiene che si debba ridimensionare la spesa della politica: “E noi saremmo favorevolissimi a ridurla, anche del 25%!” hanno detto all’unisono. Ma, facciamo due conti: la ‘politica’ (ovvero l’Amministrazione ed i gettoni dei Consiglieri) costano circa 350mila euro l’anno, mentre il personale ne costa 13 milioni. Di questi 1,4 è il costo dei dirigenti (che sono 14 e percepiscono un lordo di 100mila euro l’anno).

Dopo la rendicontazione il cronista, però, fa notare che il costo del personale è 10 volte tanto quello dei dirigenti, senza parlare del rapporto con la politica. Nessuno, ovviamente, si inserisce nel merito dei numeri dei dirigenti, 14 per una provincia più piccola di quella savonese che ne conta 6, ma un ragionamento sul costo del personale (senza voler puntare il dito contro nessuno) va fatto. E quando il cronista chiede anche di una eventuale lottizzazione dello stesso, i visi dei Consiglieri sbiancano leggermente. Tutti rispondono allo stesso modo: “Noi non possiamo certo averla fatta visto che stiamo all’opposizione, forse l’ha fatta qualcun altro!”

Ma il termine ‘lottizzazione’ da che mondo è mondo è stato inventato proprio dalla politica e riguarda, appunto, la ‘spartizione’ di poltrone e posti di lavoro (la Rai insegna). Fermo restando che, ovviamente, non si vuole dare la colpa dell’intero ‘baratro’ economico del paese ai dipendenti della Provincia (e non vogliamo certo farlo su quella di Imperia), dobbiamo comunque chiederci effettivamente il perché di costi così eccessivi che, dopo il tempo delle ‘vacche grasse’, ora non sono più sostenibili.

I quattro Consiglieri (Riccardo Giordano, Fulvio Vassallo, Sergio Barbagallo ed Alessandro Lanteri) hanno detto la loro sulla situazione che si è venuta a creare, con la grande preoccupazione per il futuro.

Giancarlo Giordano: “Sull’ente provincia si stanno addensando problematiche importanti, per le quali vogliamo chiarire le nostre posizioni. Abbiamo assistito ad una assemblea del personale, molto sentita e partecipata. Ed è questa la dimostrazione di una gestione del personale ed in particolare dei dirigenti assolutamente vergognosa. Avevamo proposto all’Amministrazione delle soluzioni, per ridurre il numero e di spesa dei dirigenti. Nell’ultimo consiglio provinciale sul Bilancio, abbiamo nuovamente sollevato il problema dimostrandoci pronti a far parte di gruppi di lavoro per trovare una soluzione. La risposta è stata ‘facciamo da soli’ e la situazione è sotto gli occhi di tutti. I dipendenti sono preoccupati e la loro reazione è abbastanza giustificabile soprattutto sui termini di riorganizzazione. Il non aver affrontato la questione ha creato anche giudizi negativi nei confronti dell’Ente, ma anche la possibilità che saltino molti posti di lavoro. A noi interessa soprattutto di salvaguardare l’occupazione ed i posti di lavoro degli impiegati normali, che giustamente stanno vivendo un momento di grande incertezza. Da questa operazione ci auguriamo ancora che ci sia un salvataggio della nostra Provincia, quale ente di confine. Vorremmo, però, che la situazione che stiamo vivendo possa essere un monito per la gestione del futuro, nella pubblica amministrazione”.

Fulvio Vassallo: “Faccio una premessa: chiediamoci a cosa servono le province? Ma ora che ci sono dobbiamo far fronte a questi problemi. Abbiamo approvato il bilancio due settimane fa con i conti già ‘impegnati’ visto che sono trascorsi 6 mesi dall’inizio dell’anno. Abbiamo trattato anche l’argomento della vendita dei beni immobili. La ‘Spending review’ prevede un taglio sui costi della Provincia di circa 3 milioni di euro. Nel periodo delle ‘vacche grasse’ sono stati fatti investimenti per i quali oggi abbiamo piccoli ‘spazi di manovra’. Faccio un esempio sulla cultura: Villa Grock, Teatro Salvini, Villa Nobel ed altro. Siamo favorevoli alla cultura ma queste situazioni dovevano essere gestite in un certo modo, non solo acquisite. Forse ‘qualcuno’ ha pensato a curare il ‘proprio orticello’, ma ora arrivati ad un punto per il quale siamo obbligati a tagliare determinate spese. Forse in passato non sono state fatte ‘scelte’ importanti, pur avendo più volte denunciato che ci trovavamo sull’orlo del precipizio. Ora, invece, stiamo precipitando. Una delle mie preoccupazioni risiede anche nel fatto che non abbiamo ancora sentito i nostri parlamentari esprimersi. Dovrebbero essere loro ad intervenire per salvaguardare la nostra provincia, come ente di confine. Ma non è una questione ‘campanilistica’ perché, con le risorse oggi in mano alle Province, sarebbe opportuno uno snellimento importante delle stesse o, addirittura, la loro soppressione. Ma ci sono funzioni delicatissime, come ad esempio l’urbanistica o l’edilizia scolastica che sono di difficile gestione da parte di piccoli comuni, soprattutto nell’entroterra. I disegni di riordino Costituzionale non si possono fare su termini esclusivamente finanziario ma devono essere gestiti con una attenzione complessiva".

Sergio Barbagallo: “Oggi dobbiamo gettare la maschera su scelte che hanno portato la provincia sull’orlo del baratro. In particolare sulle scelte scellerate sia per la gestione del personale che sulle proprietà. Siamo una Provincia che porta in dote una serie di dirigenti, doppia di quella di Savona (14 contro 6). Questo passaggio ‘forzato’ sta facendo emergere la serie di errori e la criticità della gestione del centro-destra di questi anni. Sarà difficile porre rimedio alle negatività emerse negli anni”.

Alessandro Lanteri: “Io vorrei fare un discorso relativo all’atteggiamento di questa Amministrazione, da quando già un anno fa si parlava di accorpamento con la Provincia di Savona. L’Amministrazione, invece, ha deciso di sostenere una fantomatica ‘euroregione’ con Cuneo e la Costa Azzurra. Tutto questo ci ha fatto perdere un anno senza dimenticare che, per fare questo dovevano essere fatte modifiche in diversi enti, nazionali e transalpine, assolutamente irrealizzabili in tempi brevi. Si è trattato di ‘specchietti per le allodole’ create ad arte dall’Amministrazione. Noi crediamo alla cooperazione transfrontaliera ma quanto proposto non era certo corrispondente ai tempi”.

Carlo Alessi

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