Eventi - 07 febbraio 2012, 18:39

Importante presenza ponentina alla rassegna degli incisori liguri che prosegue a Genova

Da Enzo Maiolino, la cui opera costituisce la copertina del catalogo, a Sergio “Ciacio” Biancheri, da Marco Cassini a Bernardo Asplanato (Imperia, classe 1922), il più anziano tra i settantadue autori in mostra. D’altra parte, ponentina è anche la più giovane, Laura Veziano (Isolabona, classe 1989).

Importante presenza ponentina alla rassegna degli incisori liguri che prosegue a Genova

Materia e perizia, tecnica e creatività, innovazione e tradizione: i mille volti della complessa arte dell’incisione tornano ad essere protagonisti nell’annuale Rassegna dell’Associazione Incisori Liguri, visitabile fino al 18 febbraio nella prestigiosa cornice del Museo di Sant’Agostino a Genova. Un traguardo importante, questa ventitreesima edizione, per un’associazione artistico-culturale che si autofinanzia e promuove senza alcun fine di lucro l’arte incisoria: “un’esperienza tra la pietra e i metalli”, come la definisce nella prefazione del catalogo il prof. Nicola Ottria, artista socio-fondatore e docente di Incisione presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti.

Raccogliendo un’ideale eredità dei grandi maestri liguri dell’incisione, dal Grechetto a Luzzati, all’esposizione partecipano artisti affermati accanto a talenti emergenti, provenienti da tutta la Liguria, con una presenza dell’estremo ponente particolarmente autorevole e nutrita: da Enzo Maiolino, la cui opera costituisce la copertina del catalogo, a Sergio “Ciacio” Biancheri, da Marco Cassini a Bernardo Asplanato (Imperia, classe 1922), il più anziano tra i settantadue autori in mostra. D’altra parte, ponentina è anche la più giovane, Laura Veziano (Isolabona, classe 1989), promettente “voce” femminile che si unisce a quelle più conosciute di Milly Giovannelli, Caterina Legato, Danièle Noël, Simone Leopold e Olivia Paroldi - quest’ultime tre francesi di nascita ma apricalesi di adozione -  e delle altre ventisei artiste, generosa rappresentanza “rosa”.

La mostra, divenuta ormai un classico del calendario genovese, costituisce anche l’occasione ideale per conoscere e approfondire tutte le tecniche tradizionali dell’arte incisoria, alcune di esse (quali xilografia, bulino, acquaforte, puntasecca) rimaste invariate da oltre sei secoli. Ancora prima dell’invenzione della stampa a caratteri mobili,  infatti, l’incisione era molto praticata per la diffusione delle immagini artistiche, devozionali e didattiche. Anche la litografia, quando fu inventata alla fine del Settecento, ebbe immediato successo per la possibilità di aumentare notevolmente la tiratura, dal momento che, fino all'utilizzo delle nuove tecniche fotografiche/tipografiche, cioè alla fine dell’Ottocento, tutte le illustrazioni erano riprodotte con tecniche incisorie. Con il progresso e l’utilizzo delle nuove tecnologie, infine, l’incisione si è liberata della sua funzione di riproduzione e divulgazione per dedicarsi alla pura creazione artistica.

Carlo Alessi

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