Maruska Piredda, consigliere regionale dell’Idv e presidente dell’VIII commissione Pari opportunità spiega: «In seguito all’odg approvato trasversalmente in consiglio il 12 luglio per chiedere pari trattamento a tutti i dipendenti dell’ex industria, il giudice, a cui avevano fatto ricorso i 12 ex precari, ha accolto la loro richiesta di poter sostenere il test e conseguire l’abilitazione necessaria al reintegro nell’organico aziendale.
Peccato, però, che il vicecommissario governativo Cecilia Brescianini abbia respinto tutte le istanze, a partire dalle proposte di pari trattamento arrivate dallo stesso presidente Burlando e dall’assessore regionale all’Ambiente Briano». La battaglia degli ex precari continuerà per tutta l’estate, a suon di carte bollate, in vista del 12 settembre quando si terrà la prossima udienza davanti al giudice.
«I vertici del commissariamento governativo – dice Piredda – hanno preferito affidare a una ditta esterna, la Seven Trent di Brescia, il presidio dell’impianto di bonifica e ad alcune guardie giurate il guardianaggio notturno del sito». Per Piredda la strada intrapresa dal vicecommissario Brescianini non assicura la sicurezza dell’area. «Il monitoraggio del sito oggi è limitato a 5 giorni alla settimana, mentre prima era 24 ore su 24 7 giorni su 7.
A oggi è insufficiente anche il nuovo sistema installato che segnala, via cellulare, eventuali anomalie nell’impianto. Infatti, mi domando cosa succederebbe se il responsabile si trovasse in una zona senza campo o troppo lontano dal sito per poterlo raggiungere in tempo utile».
Piredda, infine, pone l’attenzione sui costi di esternalizzazione. «Vorrei fossero resi pubblici i dettagli delle spese per l’affidamento in subappalto e sapere quanto costa un servizio che, anche solo per copertura oraria, è decisamente inferiore a quello assicurato dagli ex precari. Inoltre vorrei conoscere le modalità e i termini della realizzazione del secondo impianto di bonifica, annunciato dalla stessa Brescianini negli scorsi giorni a mezzo stampa».