"Dalla Calabria ci si preoccupa per la Valle Bormida e per il Savonese - concludeva l'articolo - mentre a Savona e dintorni si promuovono senza scrupoli progetti ed iniziative (quali I'ampliamento della centrale a carbone di Vado e la continua protezione di impianti obsoleti ed inquinanti quali la Cokeria di Bragno) che aumenteranno il carico inquinante di un'area già pesantemente compromessa! Ma così va il mondo: tutti a preoccuparsi e piangere per i cataclismi, tipo centrale nucleare di Fukushima, che stanno avvenendo più o meno lontano da noi, continuando però allegramente a coltivare i presupposti di altrettanto futuri grossi guai locali".
Sposo in pieno la filosofia di questo articolo, ben diversa dai soliti servizi che ci offrono i nostri locali quotidiani savonesi. La Val Bormida da decenni è martoriata ambientalmente, nonchè dal punto di vista sanitario, dalla centrale a carbone di Vado-Quiliano e dalla cokeria di Bragno, mentre lo è stata per un secolo da parte dell'Acna di Cengio, della quale, nel 1999, si è iniziata la bonifica. Tale bonifica si pensava ormai conclusa, come certificato dalla solenne cerimonia in pompa magna tenutasi a Cengio nello scorso ottobre, presenti il ministro dell'anti-ambiente Prestigiacomo, l'allora capo della protezione civile Bertolaso, i presidenti delle regioni Liguria e Piemonte e quelli delle province di Savona e Cuneo, tutti quanti soddisfatti della bonifica ritenuta finalmente conclusa e pronti a fare fantomatici progetti di"riqualificazione"industriale, riutilizzando le aree ex-Acna. Ma nei giorni scorsi la commissione europea per l'ambiente ha mandato all'Italia un avviso, il secondo, di procedura di infrazione, con rischio di prossimo deferimento alla Corte di Giustizia, per la mancata effettuazione della valutazione di impatto ambientale (V.I.A.)., giudicando quindi la bonifica ancora incompleta se non condotta impropriamente, proprio come hanno sempre affermato le associazioni di ambientalisti e cittadini locali. Mentre i nostri Burlando e Vaccarezza facevano finta di cadere dalle nuvole, affermando che la V.I.A.non era affatto necessaria per questo tipo di bonifiche (ma se non vale per queste cose, per cosa mai d'altro potrà esser necessaria?), la regione Piemonte, con maggioranza e opposizione unite, ha approvato due ordini del giorno nei quali non solo si domanda al Governo a che punto siamo nella bonifica, non ritenuta quindi affatto terminata, invitandolo altresì ad informare compiutamente la popolazione, ma si chiede allo stesso di intraprendere una causa legale per riconoscere il danno ambientale e di salute sopportato dalle popolazioni locali, venendo così incontro alle istanze degli ambientalisti. Insomma, il Piemonte impartisce alla Liguria una bella lezione su come la tutela dell'ambiente (art.9 della Costituzione) e della salute (art.32) non debbano essere una questione di bandiera politica!