Dopo gli eventi che hanno interessato in questi giorni il San Paolo (la denuncia del dott. Giberti, la conseguente minaccia di licenziamento da parte dell’ASL, il silenzio di Neirotti), abbiamo sentito il Presidente del Collegio dei Primari dell’ospedale savonese, il dottor Corrado Marziano.
“Premetto subito che il Collegio dei Primari non è un organo riconosciuto dall’ASL – attacca Marziano – ma solo un organismo interno che ha come priorità assoluta quella di tenere alto il livello della nostra struttura ospedaliera. In questa - e solo in questa – ottica ci siamo pronunciati sul caso Giberti, perché questo è stato il segnale di un malcontento diffuso, che origina dal fatto che ci sentiamo abbandonati dalla politica. Non si tratta tanto delle specifiche dichiarazioni del collega, quindi, quanto di far risaltare un problema che tocca un po’ tutti, dalla Regione alla Provincia e al Comune”.
SN: Il senso di abbandono è relativo al fatto che il Santa Corona sarebbe, diciamo “più considerato” del San Paolo?
Dott. MARZIANO: Sì, soprattutto a causa del fatto che il Presidente Vaccarezza tira sempre l’acqua ad un solo mulino. Però dovrebbe ricordarsi che un amministratore provinciale ha il preciso dovere di fare gli interessi di TUTTA la comunità che rappresenta, e non soltanto del suo bacino elettorale di elezione.
Invece qui, ad essere penalizzati, sono proprio i cittadini. Faccio l’esempio più banale: il San Paolo non ha una DEA di secondo livello (che assicura funzioni legate all’emergenza per quanto riguarda la neurochirurgia, la cardiochirurgia, la terapia intensiva neonatale, la chirurgia toracica e la chirurgia vascolare, secondo indicazioni stabilite dalla programmazione regionale. NdR). Eppure, su un bacino di utenza savonese di circa 140.000 abitanti, la stragrande maggioranza dei casi arriva al nostro Pronto Soccorso. Ora, cosa succede nel caso in cui ci sia bisogno di un’assistenza più qualificata? Succede che il paziente riprende l’ambulanza e se ne va al Santa Corona, che ha DEA si secondo livello.
Questo sarebbe giustificato se Pietra ligure avesse un bacino di utenza maggiore: ma così non è , non solo per la densità della popolazione ma anche perché le industrie sono tutte a Savona. Il porto è a Savona, anzi due porti, quello mercantile e quello turistico. A Savona c’è la centrale elettrica, a Savona c’è la Bombardier… è superfluo dire che la stragrande maggioranza delle emergenze si verifica proprio nella nostra città. E invece c’è un forte sbilanciamento a favore dell’ospedale rivierasco.
E’ vero che a noi non è stato tolto niente: ma non ci hanno neppure DATO niente.
Da qui il malcontento generale.
SN: Di cui però non si può parlare, vista la regola che vieta ai dipendenti dell’ASL di criticare l’azienda senza preventiva approvazione (alquanto curiosa, perché sembra un po’ difficile che un’azienda permetta ufficialmente ai dipendenti di parlarne male…)
MAR: Questa regola è stata introdotta da un’amministrazione precedente, e chi l’ha introdotta non è qui e non può difendersi, quindi preferisco non commentare. Posso dire, in compenso, che io sono già stato vittima degli strali che ne derivano: ovvero, sono stato minacciato di licenziamento perché ho osato esternare alcune criticità alla stampa.
Il punto, però, è che noi non vogliamo fare nessuna “guerra”: vorremmo semplicemente una maggiore attenzione. Vorremmo essere ascoltati e vorremmo essere sostenuti.
Il sindaco Berruti ha dichiarato che è “contrario alle barricate”: ma nessuno gliele ha mai chieste. Gli chiediamo, invece, una presa di posizione forte, perché anche lui, dopotutto, è istituzionalmente responsabile della salute dei cittadini. Non può, Berruti, sostenere che la Regione ha pochi mezzi e quindi non si può chiedere di più: Questo sembra l’atteggiamento di Berlusconi che “non vuole disturbare Gheddafi”!
Noi non ce l’abbiamo con nessuno, cerchiamo solo considerazione. E vorremmo che i cittadini stessi fossero informati e magari partecipi, anche solo a livello di opinione, delle decisioni che si prendono sulla sanità locale.
SN: Quale sarà, adesso, l’atteggiamento del Collegio dei Primari?
MAR: Abbiamo ancora in previsione un paio di riunioni, dalle quali uscirà un documento, una piattaforma programmatica che – lo ripeto - non è limitata al caso Giberti. E tengo a ribadire che la solidarietà che gli abbiamo manifestato non è legata alla sua specifica denuncia. Il fatto è che ci sono delle criticità e che non è giusto continuare a nasconderle.
I medici del San Paolo, finora, hanno sempre rispettato la regola del “non parlare contro l’azienda”: tant’è vero che anche questo documento, che è allo studio già da diverso tempo e non è nato certo oggi, avevamo intenzione di presentarlo solo nelle sedi competenti, aziendali e amministrative. E non per “paura”, né per sottovalutare l’importanza della stampa, ma perché la ritenevamo una prassi corretta: dopodiché, se fossimo rimasti inascoltati, avremmo parlato con i giornali.
Quanto è successo, però, ci costringe a cambiare metodo: quindi il documento, che sarà pronto nei prossimi giorni, dopo essere stato visionato dalle istituzioni verrà consegnato anche alla stampa. Ma non in cerca di applausi: non perché vogliamo sentirci dire quanto siamo bravi:solo perché è ora che ci sia una vera informazioni sui disagi a cui siamo sottoposti tutti, medici e pazienti, per colpa di una situazione sicuramente più politica che sanitaria”.