Un paio di settimane fa, il governo italiano, per voce dell’Onorevole Guido Viceconte – Sottosegretario del ministero dell’Istruzione, con risposta a una circostanziata interrogazione parlamentare, ha confermato, che le attività di bonifica, o meglio, di messa in sicurezza del sito di interesse nazionale di Cengio e Saliceto, non sono per niente finite, giacché nella cosiddetta area A3, estesa per 120 mila metri quadrati.
“I lavori di bonifica sono ancora in corso, con uno stato di avanzamento di circa l’80% e si prevede siano completati nei prossimi mesi”. Senza dimenticare che poi si dovrà procedere ancora allo smantellamento del depuratore ex Acna, alla bonifica delle aree sottostanti, allo spostamento dello scarico delle acque del depuratore consortile, al “capping”, cioè alla copertura dell’enorme discarica realizzata nell’area A1.
Ma non era venuta il ministro dell’Ambiente in persona, accompagnata dall’allora capo della Protezione civile nazionale Guido Bertolaso, oltre 5 mesi fa, ad annunciare, per l’ennesima volta, che la bonifica era conclusa? A proposito di discarica, cioè di quella cosa che il malcapitato sottosegretario all’Istruzione, pur di non usare il termine appropriato, ha maldestramente descritto come area “ …. che per molti anni manterrà le caratteristiche di un volume confinato di rifiuti pericolosi”, proprio in questi giorni la Commissione Europea ha ribadito l’obbligatorietà dell’effettuazione della valutazione di impatto ambientale e il deferimento alla Corte di Giustizia si avvicina sempre più.
Così, mentre il Governatore del Piemonte Cota e l’assessore all’Ambiente Ravello, continuano a ignorare le ripetute lettere da noi inviate e le richieste di un incontro, che abbiamo atteso pazientemente per oltre un anno, i nodi della bonifica della Valle Bormida stanno inesorabilmente venendo al pettine e i sogni di riqualificazione ambientale e sviluppo economico, le fantomatiche cabine di regia, l’accordo beffa per la transazione del danno ambientale, le società consortili miste publico-private-piemontesi-liguri, il riutilizzo delle aree ex Acna -in parole povere - i sogni di grandezza di tanti politici apprendisti stregoni, sono destinate ad arenarsi.
Per l’ennesima volta affermiamo l’assoluta necessità del rispetto delle normative, e della trasparenza delle attività svolte dalla pubblica amministrazione e quindi chiediamo: l’effettuazione della Via (Valutazione impatto ambientale), così come richiesto dalla legge e ripresentato dalla Commissione Europea; la possibilità di accesso a tutta la documentazione inerente alle attività di bonifica; una certificazione vera delle attività di bonifica e messa in sicurezza realizzate sul sito ex Acna, anziché una semplice “certificazione di conformità dei lavori”; una procedura trasparente per la determinazione del danno ambientale; infine, punto irrinunciabile e fondamentale, la cessazione definitiva della derivazione idrica che, dopo quasi 130 anni, non ha più alcun motivo di esistere!
Associazione Rinascita Vallebormida