- 12 marzo 2011, 15:13

La lettera - shock di ARCI e UBIK Savona al presidente Burlando

Lettera aperta al Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, inviata ai 13.000 tesserati della libreria UBIK, e ai 12.000 iscritti e alle 80 basi associative dell'ARCI

La lettera - shock di ARCI e UBIK Savona al presidente Burlando

Egr. Governatore Claudio Burlando, dato che in questi giorni la Sua Giunta deve prendere una decisione cruciale in merito all’ampliamento della centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure (Savona), Le chiediamo:

- Si è fatto un’idea del motivo per cui in 16 anni nella Provincia di Savona sono morte 1.308 donne in più della media standardizzata regionale?

- Perché sono morti 1.356 uomini in più? Perché, nel momento di decidere, scompaiono i volti delle persone, le storie spezzate, la rabbia dei cittadini malati?    

- Perché si deve soffrire o morire in silenzio per non ostacolare gli interessi economici di un potente e influente gruppo privato, oltre che per non ostacolare le commesse dell’Ansaldo?    

- Perché a Savona ogni volta che un medico rilascia dichiarazioni sui danni alla salute che ha riscontrato a seguito della combustione del carbone, vengono definite da Tirreno Power “accuse preconcette e di parte”? Forse la salute è un’opzione preconcetta e di parte?             

- A Lei che crede nel valore della politica, Lei che conosce le questioni delle centrali a carbone, sa benissimo che in queste scelte sono in ballo le vite e le morti di migliaia di persone per i prossimi 50 anni (oltre che la vocazione turistica di una Provincia), Le domandiamo: Come si può avere dei dubbi su quale scelta fare?

- Come si può, nella scelta tra un interesse economico e la vita delle persone, propendere per il primo?    

- Per quale causa più importante e nobile vale la pena di 'fare politica', se non per salvare le vite umane?    

- Cosa pensa del fatto che, su questo tema, alla comunità savonese non è sostanzialmente concesso di accedere a libertà e diritti un tempo considerati inalienabili, come quelli alla salute, alla vita e all’autodeterminazione? Cosa direbbe del nostro operare Calamandrei, che ci ricordava che ”la libertà è come l’aria” e che “sulla libertà bisogna vigilare…” ?

- Stiamo realmente vigilando, o la svendiamo a chi sa far valere il suo immenso potere?    

In futuro emergeranno inevitabilmente le responsabilità civili e penali sulla devastazione del nostro territorio e della salute dei cittadini savonesi.  Inevitabilmente.

Come hanno affermato illustri esperti medici, presto si dirà: “non potevamo non sapere cosa stava succedendo. Le persone che hanno permesso questo saranno tutte responsabili”.

Non sente che i nostri nipoti non ci perdoneranno tutto ciò?         

Nella disputa sul tema emergono sempre parole ‘ridondanti’: Piano energetico, Ansaldo, occupazione, investimenti, il ricatto ‘o si ampia o si chiude’…  e così si dissolve il reale tema di base per decidere, conosciuto a tutti: le centrali a carbone uccidono, e con esse rischiano di morire intere economie turistiche e agricole, come successo in altre città.

Lei stesso ha peraltro dichiarato un anno fa che l’ampliamento non ha carattere di pubblica utilità, e che “la richiesta di Tirreno Power non è motivata da esigenze di copertura del fabbisogno energetico nazionale, ma da esigenze di competitività aziendale”.

Perché poi al momento di decidere, sembra sfumare e dissolversi il fattore più importante, ovvero la vita e le scelte delle persone?    

Perché la Regione Liguria ha recentemente deciso di chiudere la centrale a carbone di Genova, e non ancora quella ben più grande e inquinante di Savona?    

Sui temi ambientali per fortuna si sta sviluppando una sempre maggiore informazione. Oggi si sa quello che non si sapeva solo 5 anni fa. Presto i turisti milanesi e torinesi sapranno del peggioramento della condizione ambientale della Provincia savonese.

Da Governatore, quale pensa sia la vocazione e le linee di sviluppo della Provincia di Savona per fronteggiare la globalizzazione e le economie asiatiche: il marketing turistico o il carbone?    

Come si può lasciare che un’azienda decida del nostro territorio, un’azienda che ha prodotto energia in deroga alle norme, che non ha favorito l’istituzione di un Registro Tumori, che non ha favorito l’istituzione di una Valutazione di Impatto Sanitario, che non misura le velenosissime polveri sottili PM10, PM2.5 e PM0.1, che controlla in modo autonomo le emissioni delle sue ciminiere, senza quindi un controllo pubblico, che è incurante della contrarietà al progetto di tutti i Comuni interessati e dell’85% circa dei cittadini savonesi, che non ha mai accettato confronti con cittadinanza, Comitati e Ordine dei Medici, ma solo molte pubblicità a pagamento e sponsorizzazioni, che è incurante del fatto che da 40 anni escono dalle ciminiere 30 tonnellate al giorno di velenose polveri sottili, polveri che ricadono sulla popolazione sottostante di Savona (case, scuole, luoghi di lavoro, coltivazioni)?    

Non sente come noi forte indignazione per tutto ciò?

Uno schiaffo ai nostri diritti. Alla nostra Regione.    

Dato che il bilancio del settore sanitario Ligure è quasi al collasso, non pensa che sia importante decidere preventivamente contro ipotesi industriali che prevedano il carbone, dato che le patologie che ne derivano a Savona comportano costi sanitari per molte decine di milioni di euro all’anno, pesando drammaticamente nel bilancio regionale?    

Perché non viene comunque mai valutata l’opzione più ragionevole: raddoppio a METANO (con relative commesse per l’Ansaldo), chiusura dei vecchi gruppi obsoleti a carbone non a norma, energie rinnovabili?

Non è la stessa Tirreno Power che ha aperto 3 centrali a metano nel 2010?    

I medici del MODA di Savona, basandosi su uno studio americano, hanno calcolato che una centrale di pari emissioni come quella di Savona, in 40 anni provocherebbe circa 3.380 morti premature.

Va bene lo sviluppo economico, va bene gli investimenti. Le aziende, per loro natura, non si pongono limiti etici.

Ma spetta all’esponente politico stabilire il punto oltre il quale un’azienda NON PUO’ ANDARE. Stabilire quando i danni sono molto superiori ai benefici. Quando gli interessi di un’azienda non concordano con gli interessi di una comunità. Spetta al rappresentante politico far prevalere quest’ultimi.  

Questa è la politica.  

La comunità savonese Le chiede una risposta.        

 

Stefano Milano, Libreria UBIK Savona  

Giovanni Durante, Presidente ARCI Savona              

Giovanni Durante, Stefano Milano

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