- 06 marzo 2011, 19:26

Donne Savonesi: la carcarese Annalisa ricordata bambina, quando in Valle si cantava

La prima (e unica) volta che l’ho vista, Annalisa, aveva cinque o sei anni. E ai suoi genitori, cari amici che non vedevo da anni, dissi: “Come caspita avete fatto a fare una figlia così bella?” (di Valeria Rossi)

Donne Savonesi: la carcarese Annalisa ricordata bambina, quando in Valle si cantava

Non che loro sian brutti, per carità. Maura è una graziosa signora, ma Elvio è il classico prof “fatto a prof”: con la pancetta, la barba, gli occhiali. Era già fatto così quando avevamo tutti vent’anni e non è mai cambiato.


Però quella bimbetta lì, tutta occhi e boccoli, era decisamente superiore all’insieme dei fattori. Proprio bella-bella, non per complimento ma per convinzione. 
Poi li ho ripersi tutti di vista, per altri vent’anni.
 Una decina di giorni fa, per purissimo caso, mi ritrovo a guardare un pezzetto di “Amici” facendo zapping, perché non seguo quella trasmissione come non seguo tutte quelle che ritengo “fabbriche di personaggi costruiti”, provvisti di una piccola dose di talento e di un overdose di marketing.


Però, zappingando, mi sono soffermata a guardare ed ascoltare questa ragazzina dagli immensi occhi e dalla bella, veramente bella voce.

E senza sapere minimamente chi caspita fosse, ho detto a mio figlio che stava arrivando: “Ma guarda quant’è carina ‘sta ragazza. Ed è pure brava!” 


Risposta del figlio, che è sempre rispettosissimo verso la mamma: “Bleahhhh, ma guardi Amici? Ti sei rincoglionita?”
 E clic, mi ha cambiato canale.


Avevo fatto giusto in tempo a sentire mezza canzone e a leggere il nome della cantante, Annalisa. Dopodiché me ne sono totalmente scordata finché, leggendo i giornali, non ho scoperto che era di Carcare.

Ma toh!

Una savonese che va in finale! 
Doppia sorpresa quando ho letto il cognome, le interviste ai genitori e tutto il resto: Annalisa è la figlia di Elvio e Maura? Noo! Non ci credo!

Invece sì. Perché, a guardarla bene, ha ancora quasi la stessa faccia della bimbetta che mi aveva stupito per la sua bellezza vent’anni fa. Sicuramente ha gli stessi occhi. Sicuramente continua a non somigliare per niente al Prof (se non altro per mancanza di barba e di pancia),  ma neppure granché alla mamma, devo dire.  E la voce? Da dove le è venuta fuori, quella voce lì? 


Cerco di tornare con la mente alle (mille) serate passate a Ferrania a cantare a squarciagola, solitamente in mucchio, in quelle che ai tempi si chiamavano “le compagnie”.  Quelle su cui Battisti ha fatto anche una delle canzoni che amo di più. 
Cantavano, Elvio e Maura?

Boh. Nel mucchio, forse sì: ma di sicuro non erano tra le voci più apprezzate, quelle che ogni tanto si facevano anche il pezzo da solista.


Ci provo, a ravanare nella memoria, ma non salta fuori niente. Al massimo qualche performance (mi pare non propria intonatissima) di Aldo, il fratello di Maura.

E da quanto ricordo, non direi che Nali abbia preso neanche dallo zio. 
Vabbe’. Oggi no, perché sono volati tutti a Roma per la finale, ma tra qualche giorno magari cercherò i miei vecchi amici e riparleremo dei tempi in cui non erano neanche ancora fidanzati. 


Per adesso, checché ne dica il figlio, mi appresto a seguire la finale di Amici per la prima volta in vita, per puro campanilismo e facendo il tifo per quella bambina che non si sa come sia venuta fuori così bella e così brava. 
Perché brava, indubbiamente, lo è.


Ha una voce gradevole, ne ha tanta, è bene impostata (forse un po’ troppo, come tutti quelli che hanno studiato canto e che finiscono per perdere un po’ di spontaneità). 
Non credo che sia la nuova Mina, questo no.

Fossi nei suoi talent scout eviterei anche di farle fare le cover di Mina, ma solo perché di Mina ce n’è una sola ed è molto meglio così: ma per qualche motivo che mi sfugge, sembra che le giovani cantanti debbano per forza cimentarsi nei pezzi della più grande voce italiana, uscendone – quando va bene – senza sfigurare troppo. 


Fosse per me, ad Annalisa farei fare del jazz: un po’ perché ha la voce giusta e un po’ perché sono certa che l’aiuterebbe a tirar fuori quelle sensazioni, quella cattiveria, quella vocalità istintiva che si sente in lei, ma che sembra restare un po’ in secondo piano.

Anche perché… prima di scrivere questo pezzo ho voluto sentire qualche brano in più (non era serio basarsi solo sui 3 minuti sentiti in TV), ma ho trovato solo “canzonette”  nel senso deteriore del termine. Per le quali la bimba mi sembra assolutamente sprecata. 
Certo, il jazz non paga.

Magari neanche le piace: non lo so. 
Ma auguro di cuore ad Annalisa: a) di vincere Amici, perché quello è sempre un calcione capace di proiettarti in orbita; b) di sganciarsi immediatamente dopo dell’entourage di Amici e di cercare/trovare qualcuno a cui serva davvero una bella voce e non una faccina graziosa con due grandi occhioni da lanciare sul  mercato dell’usa-e-getta  e poi lasciar schiattare dopo un anno o due.


E questo lo dico perché Annalisa mi è piaciuta “prima” di sapere che si chiamava Scarrone e che era la figlia di due vecchi amici. Lo dico perché ha una voce che merita di essere valorizzata trovando un suo stile e una sua espressione, non facendo cover  né finendo in pasto ad un mercato che di musica ne capisce un semitubo, ma che ingurgita tutto ciò che le case discografiche presentano come “consumabile”. 


Annalisa, insomma, non merita di fare soldi in fretta e di sparire altrettanto in fretta: perché ha qualcosa in più della media dei ragazzi di “Amici” & company (e mi uccidano pure i fans di Virginio, ma a mio avviso ha molto di più di quello che sarà il suo rivale di stasera, a sua volta costruito in modo da sembrare il fratello di Carmen Consoli). 
Non so ancora come finirà Amici stasera. Non so come finirà Annalisa. 
Però una cosa la so: pur non conoscendo lei, conosco bene i suoi genitori e so che sono due persone intelligenti. 
E a volte questo può contare.

Valeria Rossi

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