"Le recenti affermazioni di Guido Bertolaso, secondo cui la bonifica del sito di interesse nazionale Cengio, Saliceto e il fiume Bormida sia stata realizzata, sono palesemente false e smentite dalla realtà". Lo afferma Stefano Leoni, Presidente WWF Italia. "Basta andare sul posto e vedere che è in corso un cantiere per la realizzazione della discarica nella cosiddetta zona A1-dice Leoni-.I tempi per il completamento dei lavori da cronoprogramma del resto sono previsti per il 2013, con un ritardo rispetto a quanto era stato preventivato di oltre due anni".
Per il presidente Stefano Leoni "sostanzialmente si è verificato quello che il WWF aveva affermato nel 2005, quando per motivi di basso interesse politico e scarso interesse per la tutela dell’ambiente, fu cambiato l’ufficio commissariale.
Il WWF Italia sostenne, infatti, che ciò avrebbe ritardato le operazioni di bonifica, perlomeno a causa della totale impreparazione sulla materia da parte del nuovo commissario. Così è stato".
Cosa occorre ancora fare?
"Innanzitutto completare la bonifica nella zona A3, ossia nelle aree esterne al sito industriale, quindi procedere al completamento della zona A1, ossia della messa in sicurezza permanente di circa 4 milioni di tonnellate di rifiuti altamente tossici e nocivi. Per ottenere ciò, occorre completamente rimodellare il piano di campagna, completare l’impermeabilizzazione, verificare l’assestamento del terreno a seguito dei drenaggi del percolato, continuare a trattare il percolato per non inquinare il fiume, operare il definitivo ripristino ambientale.
Inoltre, si deve ricordare che ci si è “dimenticati” di svolgere la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) sulla discarica e questo ha aperto una nuova procedura di infrazione comunitaria nei confronti del nostro Paese.
Ma questi lavori non sono ancora sufficienti a certificare l’area. Occorre, infatti, svolgere il monitoraggio per verificare che i sistemi di contenimento realizzati funzionino. L’accertamento della tenuta è fondamentale, non bisogna dimenticare che dietro quei muri ci sono complessivamente oltre 6 milioni di tonnellate di terreni altamente inquinati. Chiunque possa pensare che terminati i lavori si possa ricominciare come se nulla fosse successo non solo dimostra ignoranza, ma anche un atteggiamento criminale. Infatti, il piano di monitoraggio non può essere solo basato sulla verifica dei dati analitici delle acque o dei terreni, ma deve essere accompagnato da un programma di manutenzione ordinaria e di intervento straordinario in caso di cedimento".
Quanto deve durare il periodo di monitoraggio post operam? "Qui valgono per analogia le disposizioni previste per le discariche, ossia 30 anni".
Cosa potrà accadere al termine del piano di monitoraggio? "Se le opere saranno state condotte ad arte, si potrà certificare l’avvenuta bonifica, con le limitazioni d’uso previste. Se si rileveranno cedimenti o perdite, occorrerà di nuovo intervenire e di nuovo condurre un monitoraggio. Ma non sarà possibile procedere alla certificazione di avvenuta bonifica".
Il WWF chiede anche una serie di chiarimenti al mondo politico. "Intanto che si eviti di strumentalizzare un dramma non solo ambientale, ma anche sociale; che si ritorni ad avere sulla bonifica della Valle Bormida un rapporto franco e trasparente con i cittadini; che si proceda alla rivendicazione del danno ambientale, riconoscendo alla valle piemontese il ristoro delle proprie ferite; che vengano complete le operazioni di bonifica che la conferenza di servizi del novembre 2007 individuò sulla Valle Bormida, ma “dimenticate” dalle amministrazioni regionali; che si possano effettuare una VIA nazionale, e non solamente ligure, sul sito di Cengio; che venga avviato un processo partecipativo sul modello dell’Agenda XXI per definire un piano sviluppo della Valle Bormida".