Ci risiamo, il mondo studentesco è in fermento, tanto per cambiare, verrebbe da dire e in taluni casi, se non in molti, c’è chi si aggrega alla protesta senza neppure sapere perché aggregarsi, inseguendo solo la ghiotta opportunità di stare lontano dalle interrogazioni e dai banchi, ma poi, diciamoci la verità, anche tra i più 'datati' chi non ricorda di averlo mai fatto? Stessa cosa si può dire anche per i politici che, come dimostra la moda corrente, non perdono occasione di mettersi in mostra, pur di accaparrarsi consensi perduti da tempo, forse a causa della pochezza di idee chiare e possibili, su come risolvere i numerosi problemi.
Tuttavia, c’è una fitta schiera di studenti che preferisce non cavalcare l’onda della protesta fatta in modo giudicato non proprio ortodosso, come occupazioni illegali, scioperi selvaggi, picchetti all’entrata degli istituti, violenze verbali di ogni tipo che in taluni casi vanno anche oltre il verbale, insomma chi più ne ha più ne metta. Molto interessante il caso di alcuni studenti che, in accordo con i rappresentanti di Istituto del liceo “Carlo Amoretti” di Imperia, illegalmente occupato da qualche giorno, si stanno rendendo protagonisti di una vera e propria “antiprotesta” volta a far valere il loro diritto allo studio attraverso modalità alternative, certamente dettate dal buon senso.
I saggi ragazzi sostengono, che seguire regolarmente le lezioni, pur condividendo i motivi del dissenso, tra cui i maggiori incentivi alle università on-line e alle istituzioni scolastiche private, a discapito dell’istruzione pubblica, sia una risposta migliore alla fastidiosa e scomoda occupazione come forma di lotta. Gli stessi hanno espresso, attraverso un loro comunicato volto alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica anche studentesca, una valutazione alquanto discutibile, della sola autogestione, tramutata successivamente in modo coatto in occupazione. E’in atto una violazione delle dinamiche democratiche in virtù del volere di pochi esteso alla collettività, senza prendere in considerazione la manifesta volontà generale, un concetto fondamentale che a suo tempo espresse anche Jean Jacques Rousseau, scrittore, filosofo e musicista svizzero del 700 riferendosi al corretto funzionamento della democrazia.
Alla luce di ciò e con la carenza obbiettiva di informazione, troppo spesso forviata da tematiche politiche assai discutibili, ritengono opportuno aumentare il loro impegno allo studio, sostenendo che il vero cambiamento nasce dalla consapevolezza delle proprie ragioni acquisibili solo attraverso la cultura. Con questa motivazione gli studenti, oltre a seguire regolarmente le lezioni, intendono far valere le proprie ragioni attraverso i mezzi di comunicazione nell’attesa di poter adottare nuove forme alternative di protesta legale, come fare lezione in strada davanti al palazzo comunale ad esempio, dando sostegno a chi fa dello studio il proprio percorso formativo di vita. E’ del tutto inutile cercare di cambiare le strutture sociali senza prima rinnovare le proprie coscienze. Un comportamento assolutamente onorevole, quello che stanno adottando alcuni ragazzi del liceo Amoretti, che fa riflettere sulla vera maturità la quale non può ridursi ad considerarsi solo un semplice “pezzo di carta”.