Lo SNALC qui rappresentato dal segretario nazionale, Giancarlo Panizzi, dal segretario di Sanremo, Lorenzo Semeria e dal Componente della Segreteria, Bruno Barbaro ha sollevato una questione importante. Sembra infatti secondo quanto asserito in una lettera inviata alla Casinò Spa che nell'ultimo periodo la stessa commissione abbia prima vietato l'ingresso e dopo breve riammesso due persone. Si tratterebbe della commissione vietati, che è composta dal responsabile della sicurezza, dal direttore dei giochi e dal direttore dei controllori comunale. Funzione di questo organo, inibire l’accesso alle sale da gioco a quei clienti che compiono reati o fatti gravemente lesivi degli interessi e dell’immagine dell’azienda e ha altresì il dovere di mantenere il divieto a quei clienti che hanno compiuto fatti gravi di tale natura.
"I dipendenti della casa da gioco hanno il diritto di prestare la loro attività lavorativa in un ambiente tranquillo nel quale i principi di legalità e le regole per il buon governo dell’azienda siano rispettati da tutti. Gli amministratori della Casino S.p.A. hanno il dovere di compiere gli atti necessari e di prendere con tempestività i giusti provvedimenti nei confronti di chicchessia per garantire un clima sereno nella conduzione della gestione delle attività della casa da gioco. - spiegano dallo SNALC ed aggiungono - La decisione presa della commissione vietati nella riunione del 28 luglio 2010 di riammettere nelle sale da gioco due persone che erano state di recente vietate dalla stessa commissione con la motivazione che tenevano impegnati i servizi ispettivi e non giovavano, va nella direzione opposta a quella della tutela degli interessi e dell’immagine dell’azienda ed altera gravemente le regole del buon governo della casa da gioco.
La commissione vietati ha preso la suddetta decisione su proposta del responsabile della sicurezza e l’ha motivata ufficialmente per ragioni di opportunità ed ufficiosamente per soddisfare una richiesta pervenuta dall’alto. Mentre sono del tutto evidenti le ragioni di opportunità della casa da gioco di proibire l’accesso alle sale da gioco a persone che tengono impegnati i servizi ispettivi e non giocano, sono del tutto incomprensibili e inquietanti le ragioni dell’opportunità della loro riammissione. Le ragioni di opportunità che hanno condotto la commissione a riammettere i due clienti vietati non risultano esplicitate.
La revoca del divieto - proseguono i tre sindacalisti - risulta sfornita alla radice di qualsiasi elemento, pure labile, in grado di giustificare il mutamento di indirizzo della commissione, mutamento di indirizzo che, dunque, si situa al di fuori di qualsiasi criteri di razionalità. Se poi la commissione avesse adottato la decisione per accontentare una richiesta informale giunta da soggetti estranei all’azienda, saremmo alla presenza di un fatto d’inaudita gravità e di un’illecita ingerenza che mina i principi di legalità e l’autonomia gestionale. Premesse tali considerazioni, si deve pure sottolineare che l’ordinamento giuridico, con specifico riferimento all’art. 2087 c.c., impone al datore di lavoro di adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale del lavoratore. Nel caso in oggetto, la motivazione dell’originaria decisione di inibizione, rispetto alla successiva revoca ditale decisione, da un lato produce riflessi negativi sulla esecuzione della prestazione di lavoro da parte degli impiegati, dall’altro, la decisione in oggetto, lungi dal fondarsi su elementi oggettivi di funzionalità aziendale, finisce, al contrario, con il produrre aspetti negativi sulla tutela del patrimonio aziendale e sull’organizzazione delle attività di gioco.
Tali elementi, insieme considerati, vale a dire, sotto il primo profilo l’incidenza sull’esecuzione della prestazione da parte dei dipendenti, e sotto il secondo profilo la carenza di qualsiasi giustificazione funzionale all’esercizio dell’attività d’impresa, circondano di assoluta inspiegabilità la decisione in oggetto. Per quanto sopra esposto e considerato chiediamo agli amministratori della Casino S.p.A. di intervenire affinché venga revocato con urgenza il provvedimento con il quale la commissione, nonostante i gravi motivi sopra indicati, ha riammesso nelle sale da gioco le due persone vietate".