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Attualità | 12 aprile 2025, 12:20

Canapa legale, stop alla vendita in tutta Italia: a rischio decine di attività in Riviera. “Colpiti e feriti da una decisione ingiusta”

Solo tra Sanremo e Ventimiglia sono più di una decina le attività dedicate alla vendita, lavorazione, detenzione e commercio della Canapa

Canapa legale, stop alla vendita in tutta Italia: a rischio decine di attività in Riviera. “Colpiti e feriti da una decisione ingiusta”

La vendita di infiorescenze di canapa legale è ufficialmente diventata illegale in Italia. Con la firma del Presidente della Repubblica sul nuovo Decreto Sicurezza, avvenuta nel pomeriggio di venerdì 12 aprile, il governo ha posto fine — senza preavviso — a un comparto economico che, fino a poche ore prima, operava legalmente e offriva lavoro a decine di migliaia di persone.

L’articolo 18 del decreto vieta infatti qualsiasi uso delle infiorescenze di canapa industriale, consentendone la produzione solo se destinata al “florovivaismo professionale”. Vietate quindi vendita, lavorazione, detenzione e commercio, anche per quelle varietà che rispettavano tutti i limiti imposti dalla legge, in particolare quelli relativi al contenuto di THC.

Un vero colpo di spugna che, secondo le associazioni di settore, rischia di far sparire circa 10.000 posti di lavoro stabili e almeno 30.000 durante i picchi stagionali, per un giro d'affari che superava i 500 milioni di euro l’anno. Nessuna gradualità, nessun margine per adeguarsi: entro 24 ore dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, chi vende canapa legale deve cessare ogni attività legata alle infiorescenze, pena l’accusa di spaccio o traffico di stupefacenti.

Tra Sanremo e Ventimiglia, oltre dieci attività nel limbo. Nel Ponente ligure, tra Sanremo e Ventimiglia, si contano oltre una decina di attività commerciali che fino a oggi hanno venduto canapa legale nel pieno rispetto della normativa. Ora, tutte queste realtà si ritrovano improvvisamente in bilico, senza sapere se potranno riconvertirsi o se dovranno abbassare definitivamente la saracinesca.

A esprimere il malessere del settore è Mary Label, realtà attiva a Ventimiglia, che ha affidato ai social un messaggio carico di amarezza: “Oggi (ieri per chi legge, ndr), alle 15:01, con la firma del Presidente Mattarella, la vendita di infiorescenze di canapa legale è ufficialmente diventata illegale. Fino alle 14:59 era tutto regolare, ma da questo momento il nostro settore viene travolto da una norma che ci impone, entro 24 ore, di cessare ogni attività legata a questa filiera. Mary Label, come tutte le attività oneste e trasparenti del comparto, si adeguerà alla legge ma non resterà in silenzio. Abbiamo investito tempo, energie e risorse per costruire qualcosa di pulito, rispettoso della legalità e della salute. Oggi ci sentiamo colpiti e feriti da una decisione che mette a rischio migliaia di imprese e posti di lavoro.”

Nessuno spazio per il confronto. La decisione arriva nonostante mesi di confronti, ricorsi e bocciature da parte del TAR, che più volte aveva riconosciuto la legittimità della filiera. Gli operatori del settore hanno ripetutamente chiesto al Governo di tenere conto degli aspetti economici, scientifici e occupazionali legati alla canapa light, ricevendo però in cambio solo silenzio.

Il futuro? Delocalizzare o chiudere. Più in generale, in Italia, molti imprenditori parlano già di delocalizzazione in paesi europei più permissivi come Spagna o Svizzera. Altri temono di dover cessare ogni attività. Intanto, negozi, distributori e produttori si trovano con scorte di merce legale diventata improvvisamente illegale, esposti a rischi penali se non si adeguano in tempi record.

Il comparto della canapa legale è al collasso. Nel Ponente, come nel resto d’Italia, c’è chi lotta per sopravvivere e chi, come Mary Label, annuncia che non resterà in silenzio. Una battaglia, quella per la canapa industriale, che non si chiude con un decreto, ma che — probabilmente — è appena cominciata.

Andrea Musacchio

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