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Attualità | 11 aprile 2025, 07:05

Caso Bassetti, oggi la sentenza per l’attivista Diego Costacurta: un mese di carcere la richiesta del Pm

L'attivista del collettivo sanremese "Pecora Nera" è accusato di aver rivolto minacce aggravate al professor Matteo Bassetti

Caso Bassetti, oggi la sentenza per l’attivista Diego Costacurta: un mese di carcere la richiesta del Pm

È attesa per questa mattina (ore 13) la sentenza del processo che vede imputato Diego Costacurta, attivista del collettivo sanremese "Pecora Nera", accusato di aver rivolto minacce aggravate al professor Matteo Bassetti, noto infettivologo genovese.

I fatti risalgono al novembre 2022, quando un gruppo di attivisti irruppe all’interno del Casinò di Sanremo durante la presentazione del libro “Il mondo è dei microbi”, scritto dallo stesso Bassetti. Quella che voleva essere una protesta contro la gestione sanitaria della pandemia, si è trasformata – secondo l’accusa – in un episodio dai toni eccessivi. In particolare, la frase “Ci ricordiamo di te, ti veniamo a prendere” pronunciata da Costacurta, è stata considerata dal pubblico ministero come “oggettivamente intimidatoria”, anche in virtù della vicinanza tra l’attivista e il medico. Da qui, la richiesta formulata nei giorni scorsi: un mese di reclusione per minacce aggravate.

Durante l’udienza, la difesa ha chiesto l’assoluzione con formula piena, sostenendo che non vi siano elementi oggettivi per parlare di minaccia. “Il reato non esiste”, ha affermato Costacurta ai microfoni di Sanremonews. “Non ripongo fiducia nella giustizia: immagino già quale sarà l’esito. Penso che chiunque abbia un minimo di coscienza si renda conto che questa è una farsa.” La difesa ha inoltre sottolineato come né nei video acquisiti né nelle testimonianze raccolte si faccia riferimento a comportamenti violenti, parlando di una protesta verbale e simbolica nei confronti di una figura pubblica.

Diversa, invece, la percezione dei fatti da parte del professor Bassetti, che in aula ha parlato di “vera e propria aggressione”, raccontando di aver temuto per la propria incolumità anche una volta fuori dal Casinò, quando – secondo quanto riferito – alcuni manifestanti si sarebbero avvicinati alla sua automobile. Dal canto suo, Costacurta ha sempre rivendicato la natura non violenta dell’azione: “Accetteremo anche questa non-giustizia. L’11 aprile saremo pronti, come sempre”.

La parola passa ora al giudice, che dovrà stabilire se quanto accaduto quel giorno rientri nei limiti della libertà di espressione o configuri, invece, una minaccia.

Andrea Musacchio

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