All'Istituto italiano di Cultura di Berlino si parla sanremese: a fina 2024 è stato infatti nominato come nuovo direttore Alessandro Turci, storico e giornalista, che da qualche mese ha ricevuto la nomina a coordinare il centro di promozione della lingua e cultura italiana in Germania, e che è nato appunto a Sanremo, dove ha trascorso la sua infanzia.
"Ho vissuto a Sanremo per i primi undici anni della mia vita, poi ho vissuto a Novara, Roma e proprio Berlino, ma Sanremo non la puoi dimenticare: è un crisma straordinario che unisce più mondi. Dalla Belle Epoque al Porto, passando per la Pigna e la chiesa russa, hai una rassegna della civiltà umana e della vita di tutti i giorni; e ancora: trovi la cultura del mare e dell'entroterra. Insomma Faccio fatica a trovare una città che più di Sanremo sappia spiegare cos'è la vita, nella sua luce e nel suo mistero. E poi quando sono tornato, dopo molti anni, ho trovato una grandissima solidarietà, nuovi e vecchi amici: persone che mi hanno fatto sentire di nuovo a casa".
Dopo il suo trasferimento da Sanremo, Turci si è occupato di diversi ambiti, collaborando con varie major e affinando, oltre alle proprie conoscenze in campo storico e culturale, anche le proprie qualità nel campo della comunicazione, fino alla chiamata da Roma a raggiungere l'IIC Berlino, non lontano da Potsdamer Platz, per ricoprire il ruolo di direttore, con compito di promuovere eventi culturali per favorire la circolazione delle idee, delle arti e delle scienze: "La mia è una formazione da storico dell'Età Moderna - racconta - ma poi ho deciso di non proseguire nel mondo accademico dedicandomi soprattutto a temi di cultura, di geopolitica e di cinema documentario. Con mia moglie, Federica Miglio, direttrice di fotografia, abbiamo realizzato diversi documentari in giro per il mondo, collaborando per le principali riviste, tra cui il Sole 24 Ore, Panorama, il Foglio, Forbes, Icon e Aspenia. Abbiamo anche firmato documentari: l’ultimo, un lavoro di grande impegno, è dedicato a Giorgio Strehler”.
Proprio il tema della diplomazia culturale è uno di quelli su cui Turci batte maggiormente parlando della sua esperienza, sottolineando come la cultura sia il mezzo per parlare, creando dei ponti tra i popoli tramite cui comunicare. Ribadisce poi l'importanza di saper parlare più linguaggi nel mondo della cultura, essendo in grado di maneggiarli in prima persona: non solo letteratura quindi, ma anche cinema, musica e tutto ciò che si rifà alla sfera culturale.
"L’Istituto - prosegue - è stato da poco promotore di un'iniziativa organizzata grazie all’Ambasciata d’Italia a Berlino e ospitata dall’Ambasciatore Fabrizio Bucci nelle splendide
sale della Residenza: il lancio della serie Netflix Il Gattopardo, con una serata di gala a cui hanno preso parte, oltre all'attore Saul Nanni, diversi esponenti di primo piano della scena culturale italiana e tedesca. Questo è un segnale del nuovo corso che vogliamo perseguire. Un altro evento molto importante è stato, sulla scia dei giorni della Berlinale, il concerto jazz organizzato per celebrare i 50 anni del Köln Concert di Keith Jarrett: abbiamo chiamato sette straordinari artisti jazz per venire ad improvvisare sul nostro magnifico pianoforte Fazioli F212: una serata memorabile. Era presente anche l'attrice tedesca Mala Emde, protagonista del film. Infine ospitiamo (fino al 27 maggio) nei nostri spazi dell’IIC Berlino una clamorosa mostra fotografica dedicata al brutalismo in architettura, Brutalist Italy, che sta riscuotendo un notevole successo, come si dice, di critica e di pubblico. Ma il merito evidentemente non può essere solo del direttore: ho il privilegio di poter lavorare con un Team, dieci figure, di primissima qualità”.
In tutto questo però Turci non dimentica le sue origini sanremesi, e nelle idee per la promozione della cultura italiana all'estero non può mancare la musica: "A fine anno celebreremo Luciano Berio, per noi la musica è importante in quanto è una lingua universale, la diplomazia culturale per eccellenza".