È ufficialmente nato il Comitato “Difesa Acqua Pubblica”, un’iniziativa apartitica, volontaria e senza scopo di lucro che si propone di tutelare il patrimonio idrico nella provincia di Imperia, affrontando problemi legati a disservizi, bollette errate, qualità dell’acqua, inquinamento e gestione delle reti. L’atto costitutivo è stato firmato lo scorso 15 marzo nella sala dei Cappuccini di Sanremo, in via Cappuccini 52, durante un’assemblea pubblica.
L’obiettivo del nuovo comitato è ambizioso: diventare un punto di riferimento per tutti quei cittadini che si sentono penalizzati da una gestione inadeguata del servizio idrico. “È accessibile a tutti, senza alcun vincolo né obbligo di esborso economico”, fanno sapere i promotori, “e nasce proprio per accogliere le segnalazioni dei cittadini e difendere un bene che è di tutti”.
Struttura e funzionamento. Il comitato ha nominato i suoi primi rappresentanti: presidente è Luca De Pasquale, vicepresidente Francesca Riccobono e segretario Luigi Peluso. La sede legale si trova a Camporosso, ma il comitato è attivo su tutto il territorio imperiese. La partecipazione è libera e aperta, e nessuna carica può essere ricoperta da persone con ruoli politici o amministrativi, nel rispetto dell’indipendenza del gruppo. Il comitato si finanzierà attraverso donazioni volontarie tracciate e pubblicate regolarmente per garantire la massima trasparenza. Non sono ammesse donazioni in contanti e nessun membro è autorizzato a raccogliere fondi in forma privata.
Le battaglie del comitato. Lo statuto elenca con chiarezza le finalità del comitato: dalla difesa contro le perdite di rete e le interruzioni del servizio alla verifica della qualità dell’acqua erogata e della depurazione. Al centro anche la denuncia di situazioni di inquinamento delle falde, dei torrenti e del mare, con la possibilità di azioni legali qualora fossero riscontrate irregolarità.
La gestione sarà collegiale: ogni decisione sarà presa in assemblea con votazione a maggioranza e i fondi raccolti serviranno per azioni informative (come la stampa di volantini), eventuali spese legali e attività di supporto ai cittadini. Il comitato ha inoltre previsto una clausola importante: in caso di scioglimento, il patrimonio residuo verrà restituito in proporzione ai donatori, rafforzando l’idea che si tratti di una struttura al servizio della comunità e non di interessi personali.
Una rete di collaborazione. “Ci confronteremo caso per caso e decideremo come procedere, anche in collaborazione con altri comitati, associazioni e legali”, specifica il presidente. L’auspicio è che altri cittadini decidano di unirsi al progetto, rendendolo sempre più radicato sul territorio e capace di incidere sulle scelte future delle amministrazioni in tema di gestione dell’acqua pubblica. Per contatti e adesioni, è possibile rivolgersi direttamente ai membri del direttivo. Come sottolineato nell’assemblea costitutiva, “nessuno verrà escluso e ogni voce avrà diritto di parola”.