L’Ugl Terziario del Casinò di Sanremo si è dissociato dalle iniziative degli altri sindacati della casa da gioco matuziana, sulla controversa questione del Premio di produzione. Secondo l’Ugl che si autodefinisce ‘L’altro sindacato’ l'azienda non ha commesso alcun errore, assumendo una posizione legittima :”L'interpretazione letterale degli articoli 28 e 32 del nuovo Contratto ci risulta chiara ed univoca. In sede di trattativa, eravamo stati regolarmente messa a conoscenza sulla continuità dell'applicazione degli articoli contrattuali del precedente Contratto 2016/2019. Ci eravamo dissociati dalla firma del rinnovo contrattuale ritenendone condizione necessaria l'approvazione dell'Assemblea. In quella sede si sarebbero potuti eventualmente sviscerare i termini concordati, ed ora contestati. Ma si è firmato il contratto con troppa fretta”.
L’Ugl Terziario è contrario alla proclamazione dello stato di agitazione e dello sciopero, in linea di principio come strumento per rivendicazioni di carattere economico che non riferiscano alla totalità dei Lavoratori: “Se dovessimo utilizzare questi strumenti di lotta per tutti i reparti del Casinò che rivendicano diritti di natura economica, dovremmo scioperare 365 giorni l'anno. Noi abbiamo proclamato lo stato di agitazione per questioni rilevanti di interesse generale per tutti i Lavoratori: ferie arretrate, contributi previdenziali, sicurezza sul lavoro e tutela della salute, limitazione dell'attività sindacale, trasparenza amministrativa”.
L’Ugl si è subito ritirato dallo storico e prolungato sciopero dei croupier, non appena constatata la legittimità della decisione organizzativa dell'Azienda: “In quella occasione il suo segretario subì azioni di picchettaggio – prosegue il sindacato – e, con coscienza ed autocritica, si è posto per primo la questione etica e morale. Abbiamo predisposto un codice etico a cui devono aderire i propri rappresentanti che consenta la massima trasparenza nell'operato dei delegati e finalizzato a contrastare gli eventuali conflitti di interesse dei propri sindacalisti”.
L’Ugl, infine, ritiene che la definizione del nuovo ‘Progetto di produttività incentivante’, come concordato all'art.32, sia la sede preposta per le rivendicazioni, anch'esse legittime, dei dipendenti neo assunti: “In quella sede – termina - con la partecipazione del delegato che rappresenterà gli interessi dei neo assunti, metteremo in atto con forza tutte le azioni a tutela del loro sacrosanto diritto, al fine di garantire ai nuovi entrati la parità di trattamento economico con i colleghi”.