Il tribunale di Imperia ha sentenziato il reintegro totale per l’ex dirigente dei servizi sociali del Comune di Sanremo, Patrizia Lanzoni, coinvolta insieme a diversi altri colleghi nella nota inchiesta dei ‘furbetti del cartellino’, che culminò nell'ottobre del 2015 con 35 arresti ai domiciliari e oltre 100 indagati. Due anni fa Patrizia Lanzoni, assistita dagli avvocati Alessandro Moroni e Luigi Zoboli, aveva chiesto a palazzo Bellevue la riapertura del procedimento disciplinare che l’ha vista coinvolta e che era concluso con il suo licenziamento.
Oggi per lei è arrivata la sentenza definitiva che, di fatto, la reintegrerebbe in forze al Comune matuziano. Ciò ovviamente non avverrà visto che è già in pensione, ma gli verranno riconosciute le ingiustizie che ha dovuto sopportare, sicuramente con un corposo indennizzo. I calcoli dovranno essere fatti ma orientativamente si aggirerà intorno ai 200mila euro.
Tre anni fa la seconda sezione penale della Corte d’Appello di Genova aveva già confermato l’assoluzione per Patrizia Lanzoni (dopo la sentenza del giudice di Imperia Paolo Luppi). Come l’ex dirigente vennero assolti anche l’ex vigile del mercato annonario Alberto Muraglia, Luigi Angeloni, l'ex funzionario del servizio economato Rosella Fazio, Sergio Morabito (ex impiegato dell'ufficio Anagrafe), Paolo Righetto (ex operaio), Roberta Peluffo (ex funzionaria del settore appalti) e Maurizio Di Fazio (ex impiegato dell'archivio). Per i giudici, all’epoca le prove raccolte non erano infatti sufficienti a stabilire l’eventuale responsabilità degli imputati in merito ai reati di falso per l’utilizzo indebito dei cartellini e di truffa per l’allontanamento ingiustificato dal posto di lavoro.
“Sono emozionata e contenta – ci ha detto Patrizia Lanzoni dopo la sentenza odierna - ma paradossalmente triste perché sono certa che non ho meritato di passare tutto ciò. Devo ringraziare i due grandi avvocati che hanno lavorato per me. Non solo mi hanno sostenuto giuridicamente, ma hanno preso a cuore la situazione. Sono convinta che, per tantissimi di noi sono forse state fatte indagini in modo superficiale. Un grande grazie va anche alla mia famiglia che mi ha aiutato e sostenuto in questo periodo difficile della mia vita. Stesso ringraziamento a tutti quelli che mi sono stati vicini tra colleghi, dirigenti e assessori”.
Patrizia Lanzoni è dispiaciuta per il lavoro che, in alcuni casi, è stato poi vanificato: “Vedere anche tutto lo sforzo fatto con la mia squadra – ha detto – e poi andato in fumo, mi ha fatto stare male. Mi è anche dispiaciuto non poter ottemperare a quanto fatto e sono certo che il comune ha licenziato una persona che non doveva essere licenziata. Non ho mai guardato l’orologio quando lavoravo e tutto quello che facevo l’ho sempre portato avanti con passione e volontà. Mi ha fatto anche rabbia essere licenziata da una segretaria che mi considerava una ‘eccellenza’ del Comune”.