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Attualità | 20 marzo 2025, 12:59

Ventimiglia ai margini, le associazioni: "Serve un alloggio per i migranti" (Foto e video)

Fenomeno migratorio, servizi e dati raccolti in un rapporto elaborato da Caritas Intemelia OdV, Diaconia Valdese Servizi Inclusione, Medici del Mondo e WeWorld

Ventimiglia ai margini, le associazioni: "Serve un alloggio per i migranti" (Foto e video)

Fornire una panoramica sulla situazione attuale del fenomeno migratorio nella città di confine, sui servizi offerti dalle organizzazioni e sulle proposte per cercare di migliorare le risposte del territorio è l'obiettivo del rapporto "Ventimiglia ai margini 2024" presentato oggi presso la Caritas Intemelia in via San Secondo nella città di confine.

Il rapporto è stato elaborato da Caritas Intemelia OdV, Diaconia Valdese Servizi Inclusione, Medici del Mondo e WeWorld. "Il rapporto mira a fornire un quadro aggiornato sulla presenza di persone straniere, stanziali e in movimento sul territorio di Ventimiglia. Attraverso i contributi e le analisi dei dati raccolti nel 2024 da tutte le organizzazioni oggi presenti questo report si offre come risorsa per la comprensione del fenomeno attuale, al fine di individuare una risposta umanitaria integrata. Considerate le variabili e le trasformazioni di contesto, il quadro è in continuo e rapido mutamento per questo motivo il lavoro può considerarsi non del tutto esaustivo e pertanto integrabile" sottolinea Maurizio Marmo, presidente della Caritas Intemelia - "Abbiamo il sostegno delle istituzioni ma chiediamo che sia incrementato. Chiediamo una struttura temporanea, un centro o un pad, soprattutto per gli uomini, per poter aiutare le persone in prima battuta e, al contempo, aiutare la cittadinanza a vivere meglio. Per gli uomini manca tutto, sia per chi è in transito sia per chi decide di restare. E' importante prevenire. Servirebbero maggiori risposte. Siamo alla ricerca di abitazioni per ragazzi stranieri ma anche per quelli italiani perché i migranti non sono gli unici a trovarsi in situazioni di difficoltà. Siamo alla ricerca costante di appartamenti".

Una sessantina i migranti che oggi vivono sotto il cavalcavia a Ventimiglia, dove rimangono mediamente tra i tre e i cinque mesi prima di poter avere una collocazione nei Cas, cioè i Centri di Accoglienza Straordinaria. "Ventimiglia è storicamente una città di arrivo e transito di persone migranti che, dai Paesi dell'Africa, del Medio Oriente e dell'Asia meridionale, attraversano le principali rotte migratorie del Mediterraneo centrale e dei Balcani con l'intento di raggiungere paesi del nord e del centro Europa. La sospensione unilaterale degli accordi comunitari in materia di libera circolazione da parte del governo francese ha determinato la creazione di un 'imbuto' nella città di Ventimiglia: dal 2015 migliaia di persone in viaggio sono rimaste bloccate sul territorio italiano di frontiera senza riuscire a proseguire il proprio percorso verso altre destinazioni europee" - dice Jacopo Colomba di WeWorld - "La permanenza forzata delle persone in movimento a Ventimiglia si può prolungare per periodi variabili: pochi giorni per coloro che riescono ad attraversare il confine, mesi o anni per coloro che cambiano idea perché respinti o sfiduciati. Il più delle volte questi ultimi diventano richiedenti asilo. Negli ultimi anni, a un consistente flusso di persone straniere in uscita dall'Italia, si è aggiunto altresì un rilevante fenomeno di rientro da altri paesi europei di richiedenti asilo e famiglie con minori a seguito del fallimento del proprio progetto migratorio iniziale".

La realtà ventimigliese è oggi caratterizzata da un'insufficienza di servizi essenziali dedicati alle persone senza dimora che sono costrette a vivere in condizioni igienico sanitarie precarie. "Una delle ragioni principali è il cambio di persone. Il 2023 è stato l'anno più intenso in termine di arrivi con moltissimi bambini, donne e famiglie in condizioni di estrema precarietà, una conseguenza diretta degli sbarchi provenienti più dalla rotta tunisina" - mette in risalto Jacopo Colomba di WeWorld - "Nel 2024 la realtà è mutata profondamente, sono intervenuti diversi fattori esterni. Sono arrivate principalmente persone tunisine. Poi gli arrivi dalle coste italiane sono diminuiti del sessanta percento e sono giunte persone principalmente dalla rotta libica. I bengalesi non li vediamo qua perché tendenzialmente restano in Italia dove sbarcano. La sentenza del consiglio di stato francese del 2024 ha incrementato i respingimenti. Questo regime di riammissione è più oneroso da parte delle forze di polizia francesi. Sono state intercettate nel 2024 15mila persone nei nostri valichi al confine e sono state riammesse 8.800 persone. Il migrante stanziale ha un complesso quadro di dipendenze e fragilità. E' un fenomeno che cambia ed evolve ma non cessa di avere problemi e necessità da risolvere".

Il contesto territoriale è caratterizzato da una mancanza di servizi igienici, docce e strutture per il pernottamento di uomini adulti che costituiscono la quasi totalità delle persone straniere sul territorio. "Noi, come organizzazioni del territorio, stiamo collaborando per rispondere alle esigenze. La Diaconia Valdese Servizi Inclusione è presente su Ventimiglia dal 2017" - sottolinea Simone Alterisio, operatore della Diaconia Valdese – CSD sulla frontiera di Ventimiglia - "Abbiamo situazioni di presa in carico molto complesse a 360 gradi che dobbiamo portare avanti tutti insieme. Spesso sono in possesso di permessi di soggiorno validi ma hanno perso il diritto all'accoglienza o, al contrario, i permessi di soggiorno sono scaduti da molto tempo, hanno domande di asilo estinte o sospese, procedure Dublino pendenti e altre situazioni di criticità che inevitabilmente, si aggiungono agli elementi di vulnerabilità di cui le persone sono già portatrici. In questi anni si è visto sgretolarsi l'impegno istituzionale. Abbiamo deciso di unirci per dare delle risposte. Abbiamo aperto uno sportello strutturato in questa sede e, soprattutto, abbiamo messo insieme idee e forze per dare e strutturare servizi soprattutto in seguito alla chiusura del campo Roja, che era un punto di aiuto fondamentale per Ventimiglia. Oggi manca un intervento sul territorio come faceva il campo Roja. Le problematiche multidimensionali che caratterizzano le singole biografie necessitano di una gestione sistemica, che comprenda, il coinvolgimento di enti preposti e figure professionali specializzate, l'accoglienza presso strutture idonee e un percorso di cura continuativo e duraturo volto al miglioramento psico-fisico della persona".

Lo stato di abbandono in cui vivono i migranti contribuisce a innalzare i rischi legati allo sfruttamento, alla tratta, al traffico di esseri umani e alla microcriminalità"In base ai dati raccolti per l'anno 2024 il numero di interventi erogati a favore di persone in movimento sul territorio intemelio da Caritas Intemelia sono diminuiti del 44 per cento rispetto all'anno 2023. Lo stesso è avvenuto per le attività di monitoraggio su strada di Diaconia Valdese e WeWorld con un calo del 54 per cento rispetto al 2023. Il numero delle persone assistite presso lo Sportello socio-legale resta invariato mentre il numero totale degli interventi effettuati passa da 3458 a 5577 indicando un aumento delle presenza statali. Nel 2024 c'è stato, perciò, un calo di presenza di persone in viaggio che ha cambiato lo scenario e ha dato risvolti a livello locale" - afferma Serena Regazzoni di Caritas Intemelia - "Le persone permangono sul territorio. Nonostante il calo di arrivi, il numero di persone vulnerabili e senza fissa dimora presenti sul territorio rimane evidentemente alto. Vorremo mettere in luce che il fenomeno è cambiato, è una situazione più complessa rispetto a prima e necessita, perciò, una risposta più complessa. Abbiamo creato un equipe internazionale ma non basta. Esistono diversi tipi di migranti in città: coloro che sono tutelati dal sistema di protezione internazionale, i rifugiati, coloro che sono in rientro da altri paesi europei, altri, invece, non hanno documenti. I veri irregolari sono pochissimi. Le donne e bambini sono solo il 10 per cento. L'accesso al sistema di protezione internazionale per coloro che decidono di presentare domanda di asilo sul territorio è garantito ma i tempi per la formalizzazione rimangono lunghi inducendo i richiedenti a permanere sul territorio  di Ventimiglia in condizioni di precarietà. Si prolunga, quindi, anche l'attesa per l'accesso all'accoglienza: l'inserimento nelle strutture è predisposto solo dopo la formalizzazione della domanda di asilo e non contestualmente alla manifestazione di volontà. In attesa dell'inserimento in Cas una buona parte di migranti ha aderito alla proposta fatta dalla Prefettura ma un'altra piccola percentuale di persone non ha accettato perché sono persone che lavorano sul territorio, sono regolari e dormono sotto il ponte perché sono privi di abitazioni. Chiederemo di convocare il tavolo tecnico sulle fragilità e vulnerabilità invisibili che non è stato mai convocato anche se è stato istituito a gennaio".

Dal 2019 ad oggi l'intervento di supporto rivolto alle persone migranti dalle organizzazioni presenti sul territorio è stato congiunto. "Non si può curare una persona che vive sotto un ponte, deve avere un alloggio in cui stare" - dichiara Christian Papini di Caritas Intemelia - "Nell'ultimo anno si è verificato un aumento della presenza di uomini singoli, in transito e non, con gravi dipendenze, problematiche sanitarie e fragilità psicologica. Questa trasformazione ha determinato nel mese di agosto 2024 la chiusura del progetto dedicato alla salute sessuale e riproduttiva della donna gestito da Medici Senza Frontiere Italia. Abbiamo un grande appoggio da parte del centro salute mentale di Bordighera. Quando una persona sta per tanto tempo sotto un ponte alla fine si abitua e non si sente più di integrarsi nella società perché si sente ormai un emarginato. L'isolamento sociale che deriva dall'esperienza di essere senza dimora in un paese straniero, la discriminazione e la costante insicurezza generale legata non solo all'esigenza di soddisfare i bisogni primari ma anche alla necessità di regolarizzarsi sul territorio possono avere gravi conseguenze sul  benessere psicofisico delle persone straniere che spesso hanno alle spalle vissuti traumatici e vulnerabilità pre-esistenti. Ad oggi, in aggiunta al servizio visite mediche generiche offerto dalla Caritas Intemelia Odv la sola organizzazione sanitaria rimasta stabile sul territorio di Ventimiglia è quella di Medici del Mondo".

In riferimento alle persone stanziali, tramite un approccio multidisciplinare, coadiuvato anche dalla presenza di Medici del Mondo, le associazioni si sono poste l'obiettivo del reinserimento sociale attraverso il supporto legale, lavorativo, abitativo e sanitario. "Siamo qua per dare assistenza sanitaria di base. Oltre all'attività ambulatoriale e psicoterapeuta svolta negli spazi dell'Odv, garantiamo la presenza di operatori sanitari anche nei luoghi informali e grazie alla disponibilità di una clinica mobile svolgiamo attività di outreach e prima assistenza medica e psicologica su strada. A Ventimiglia c'è una piccola e significativa popolazione sanitaria che vive in condizioni inumane. Nel 2024 le visite mediche effettuate sono state 746. Le patologie riscontrate sono prevalentemente di tipo muscolo-scheletrico, infezioni delle alte vie respiratorie, traumi legati a risse o a violenze e, soprattutto, problematiche di disagio psichico e di dipendenza" - fa sapere Mustapha di Medici del Mondo - "Le persone hanno bisogno di cure. C'è molta difficoltà a seguire queste persone che vivono sotto un ponte, serve un alloggio. Se uno non ha una residenza non può avere una tessera sanitaria e senza non può ricevere le cure adeguate. Hanno diritto di avere un alloggio, una residenza e un'assistenza sanitaria".

 

Elisa Colli

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