“Ci andava di divertirci riportando quella wave che ci ha cresciuto, quell’hip hop anni ’90 e il rap urban” così Shablo parla del suo brano, La mia parola, in gara al 75° Festival di Sanremo. Insieme a lui sul palco Guè, Tormento e Joshua. “Sentivamo di far conoscere quello che ha originato il rap e l’hip hop perché sentiamo che c’è una fascia di pubblico sopra i trenta che non si sente rappresentata. I tempi erano maturi per portare sul palco quel genere”.
Una novità quella del produttore che smette di stare dietro le quinte per salire sul palco dell’Ariston: “L’anno scorso ero qui con Irama, ho supportato la sua partecipazione. Credo che rimarrò comunque a fare il manager per qualche anno, piuttosto che scambiarmi di posto con cui”.
“L’idea era di arrivare a tutti, anche alla signora che guarda il Festival da casa. È un brano molto difficile, ma con un ritornello catchy. Qualcosa che ci rappresentasse. Gli anni ’90 siamo tutti un po’ nostalgici forse nella cura ci si metteva”.
Nella serata della cover sarà in duetto con Neffa, sulle note di Aspettando il Sole.