I ‘Solidali’ collaborano anche oltre confine Infatti non è solo la polizia a collaborare per migliorare i controlli alle frontiere. 365 sere all'anno e tutte le domeniche a pranzo, 35 gruppi di diversa provenienza si fanno carico di una ‘maraude’, distribuendo pasti nel parcheggio vicino al Lidl di Via Tenda a Ventimiglia. Le distribuzioni di cibo vanno avanti dal 2016 con l'organizzazione che si è evoluta nel corso degli anni, a seconda della disponibilità dei gruppi coinvolti.
Dal 2020, i diversi gruppi (associazione Martina Rossi, Azur Aide, Azione Cattolica San Siro Sanremo, Comunità Cristiana Evangelica di Vallecrosia, Imperia Solidale, Marina di Loano, Movimento dei Focolarini, NoNameKitchen, Pays de Fayence, Popoli in Arte, Salernes e Scuola di Pace) lavorano secondo un calendario gestito da due o tre volontari. Ogni sera vengono scambiati un po' di umanità e rinvii ad altre associazioni per il supporto legale o sanitario.
Domenica 19 gennaio, una trentina di queste équipe provenienti da diverse aree geografiche (da parte italiana: Imperia, Sanremo, Ventimiglia, e da parte francese la valle della Roya, Mentone, Nizza, St- Jeannet, e anche Fayence, Salernes e Tourves nel Var) e di diversa estrazione politica, religiosa (parrocchie e associazioni cattoliche e protestanti) e sociale, si sono riuniti per mezza giornata: semplicemente per incontrarsi, per condividere le loro pratiche, delle loro visioni e delle loro domande, e fare insieme il punto su 10 anni di chiusura delle frontiere e sui significativi sviluppi politici a Ventimiglia e al confine, nonché sull'evoluzione della popolazione migrante bloccata a Ventimiglia.
“Il razzismo è molto presente a Ventimiglia – dicono i ‘Solidali’ - e la politica del governo italiano di non accogliere gli immigrati è straordinariamente coerente. Dall'estate del 2020 e dalla chiusura della Croce Rossa, nessun centro di accoglienza ha riaperto. Il calo degli arrivi nel Sud Italia, direttamente collegato ai vergognosi accordi siglati con le dittature di Libia e Tunisia, sta chiaramente incidendo sul numero di persone che arrivano a Ventimiglia e alla frontiera. Ad esempio, mentre il collettivo Kesha Niya Kitchen, che ha servito i pasti nell'estate 2017, contava circa 900 persone ogni sera, negli ultimi mesi questa cifra ha oscillato tra le 40 e le 60 o 70, una ventina delle quali sono diventate senzatetto ‘residenti’ a Ventimiglia”.
“Lasciati in condizioni di salute e psicologiche molto precarie – proseguono i ‘Solidali’ - sono anche il drammatico prodotto della chiusura delle frontiere. Noi, qui e altrove al di là di tutte le frontiere, siamo e saremo presenti, non come una mano tesa, ma in un movimento di scambio orizzontale per una dignità umana condivisa, rifiutando nelle nostre azioni queste politiche disumanizzanti di non accoglienza. Ci siamo impegnati a incontrarci di nuovo per sviluppare la forza che la nostra diversità ci dà nei progetti comuni e per renderli sempre più concreti. Il 6 febbraio ci ritroveremo a Ventimiglia per un giorno Commemor’action, per ricordare le persone che hanno perso la vita a causa della politica frontaliera”.