Attualità - 28 gennaio 2025, 10:00

Agrifish, Coldiretti Liguria: “La nuova pac deve rafforzare la posizione degli agricoltori"

"Il 2025 anno strategico per l’agricoltura in Europa”

“Andare oltre i meri progetti su carta, e farlo subito”, così commentano Gianluca Boeri, Presidente Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale le nuove misure di semplificazione della Pac, annunciate in queste ore a Bruxelles, che si pongono come obiettivo quello di migliorare il ruolo delle aziende agricole nella formazione dei prezzi nel mercato comune e quello di evitare pratiche commerciali sleali nel settore agroalimentare.

La PAC post 2027 ha l’obiettivo di garantire un settore più competitivo, incentrato sugli agricoltori e basato su una filiera alimentare equa. “Un passo avanti importante, certo, ma è cruciale che il processo di revisione si traduca in azioni concrete quanto prima. La Pac, pur essendo destinata a una riforma completa dopo il 2027, deve essere strutturata oggi, evitando di ripetere gli errori del passato”.

Questo è il momento decisivo per definire regole, allocare risorse e delineare politiche agricole che tutelino il settore agricolo nei prossimi anni. “Non possiamo permetterci di rimandare a un’altra legislatura: è necessario garantire subito un sostegno tangibile al comparto agricolo, evitando speculazioni e scelte che non rispettano la vera sostenibilità del sistema", aggiungono, in riferimento alle dichiarazioni del commissario Ue all'Agricoltura, Christophe Hansen, durante la sessione pubblica del Consiglio Ue Agrifish in data 27 gennaio 2025.

“Le esigenze espresse dai nostri territori sono chiare: i fondi europei devono essere destinati ai veri agricoltori, coloro che ogni giorno si impegnano per lavorare la terra e proteggere l’ambiente. È fondamentale intervenire subito per ridurre la burocrazia che frena lo sviluppo del settore e favorire gli investimenti in innovazione e tecnologia”.

Alla Commissione Ue Coldiretti chiede maggiore trasparenza, specialmente alla luce delle recenti rivelazioni sull'influenza delle lobby ambientaliste nelle scelte politiche agricole. Concludono Boeri e Rivarossa: “da tempo denunciamo che il Green Deal rischia di penalizzare l'agricoltura a vantaggio di un ambientalismo ideologico che non considera il benessere reale del settore primario. I fatti, purtroppo, confermano le nostre preoccupazioni, ed è dunque necessario, oggi più che mai, un cambio di passo in termini di una politica (veramente) unificata, capace di essere all’altezza della propria definizione, quella di sostenere gli agricoltori nel loro ruolo di fornitori di alimenti di alta qualità e a prezzi accessibili per i cittadini dell'UE[1].”