Ventimiglia celebra il Giorno della Memoria in ricordo delle vittime della Shoah. Cittadini, associazioni, autorità civili, militari, religiose, d'arma e combattentistiche si sono riunite in mattinata nel chiostro di Sant’Agostino per la cerimonia pubblica solenne dove si è svolto il picchetto d’onore della polizia locale e la deposizione di una corona di alloro, benedetta da don Ferruccio, parroco della parocchia di Sant'Agostino.
Un'occasione volta alla commemorazione e al ricordo di una delle più grandi tragedie del ‘900. "Oggi, Giorno della Memoria, celebriamo l’80° anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz. Ancora oggi siamo chiamati non soltanto a ricordare coloro che sono stati perseguitati, uccisi e barbaramente trucidati dal regime nazista in uno dei periodi più bui della storia recente, ma abbiamo il dovere di smuovere le nostre coscienze e far memoria, per l’appunto, del male che gli uomini sono stati in grado di generare verso altri uomini. Solo in questo modo potremo evitare che esso possa tornare a travolgerci" - afferma il sindaco Flavio Di Muro - "In quei terribili anni milioni di donne, uomini, bambini – innocenti - furono fucilati, sterminati nei lager e nelle camere a gas, bruciati nei forni crematori o fatti sparire nelle fosse comuni. La memoria delle vittime di quelle atrocità è patrimonio dell'intera Nazione: va onorata, preservata e trasmessa alle nuove generazioni perché quegli orrori non avvengano mai più. Ricordare anno dopo anno il Giorno della Memoria non vuol dire solo rievocare storicamente ciò che accadde, ma avere la consapevolezza che, ogni giorno, siamo chiamati a fare scelte per non restare indifferenti ai tanti tentativi di negazionismo. E lo dobbiamo fare soprattutto adesso, in un periodo storico in cui il sentimento antisionista e la caccia all’ebreo, complice il conflitto in medio-oriente, si sta facendo pericolosamente risentire soprattutto da chi si riempie la bocca di equità, uguaglianza e antifascismo".
"Oggi siamo simbolicamente qui, in piazza Ettore e Marco Bassi, un luogo intitolato 10 anni fa a due concittadini benemeriti che si sono distinti per il loro operato in quegli anni bui, e che in quegli stessi anni hanno tragicamente perso la vita. A pochi metri da qui, in un vecchio edificio, situato nella centrale via Cavour, vicino al Convento Aprosiano, era infatti presente la nota merceria gestita dalla famiglia Bassi, attiva sino all'emanazione delle leggi razziali" - sottolinea il primo cittadino -"La generosità e la disponibilità dei Bassi nel prestare soccorso a poveri e bisognosi valsero a loro la gratitudine e il rispetto della popolazione ventimigliese. Nel 1939, benché colpito dalle leggi razziali, Ettore Bassi assunse, con grande senso di responsabilità, il delicato e gravoso compito di rappresentante in città dell'organizzazione di soccorso ebraica italiana Comasebit, diventando importante punto di riferimento a livello europeo. Con il suo impegno umano e materiale, costruì una vera e propria struttura finalizzata ad organizzare ed attuare in modo determinante il salvataggio di numerosissime vite umane, favorendo, con il supporto di diversi cittadini ventimigliesi, l'emigrazione verso la Francia di centinaia di ebrei costretti a lasciare l'Italia per effetto della persecuzione da parte del regime fascista. Questa attività proseguì intensamente sino al mattino del 26 novembre 1943, quando Ettore e Marco Bassi furono arrestati dalla polizia italiana e consegnati alle SS tedesche. I Bassi furono poi deportati nel campo di concentramento di Auschwitz, da dove non fecero più ritorno. La signora Ester Segrè, moglie di Ettore e mamma di Marco, riuscì miracolosamente a sfuggire dalla caccia all'ebreo, grazie all'attività di alcuni religiosi attivi nella zona di ponente. A queste persone, per il loro estremo sacrificio, ad eterna memoria è dedicato questo luogo. Primo Levi scriveva che 'se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre'. Vi lascio quindi con queste parole, affinché siano di monito per tutti noi".
A seguire, nel teatro comunale, è andato in scena un evento commemorativo, organizzato dal Comune in collaborazione con l’Istituto Comprensivo n. 1 Biancheri, dedicato agli studenti. "Durante la commemorazione, gli studenti propongono due rappresentazioni drammatizzate: 'I bambini del Dott. Korczak', una toccante narrazione sui piccoli ospiti dell’orfanotrofio di Varsavia, e 'I bambini di Creppo', che racconta la storia di due giovani tedeschi rifugiatisi nella Valle Argentina per sfuggire alla persecuzione nazista" - dice il professor Pierfrancesco Musacchio, vicepreside dell’istituto Biancheri.
Inoltre, questa sera alle 21 presso il teatro comunale verrà proposta alla cittadinanza “Non tutti gli angeli hanno le ali”. "La serata sarà arricchita dalla proiezione di due video: il primo, 'Un cartoon per la memoria', raccoglie i disegni realizzati dagli studenti durante il laboratorio artistico coordinato dalla professoressa Sarah Paolucci; il secondo, 'Non tutti gli angeli hanno le ali', è un cortometraggio che ripercorre le vicende di sette 'giusti' che hanno salvato vite umane durante la Seconda Guerra Mondiale" - dice il professor Pierfrancesco Musacchio, vicepreside dell’istituto Biancheri - "L’evento, preparato dagli insegnanti Mara Anglesio, Renato Cipriani, Elena Pozzi e Giuseppe Sciovè, nasce dall’impegno condiviso di docenti e studenti coinvolti nel laboratorio didattico 'Binario 21', che ogni settimana approfondisce la storia della Shoah attraverso film, analisi e dialoghi e vuole essere un momento di riflessione collettiva e un omaggio alle storie di coraggio e speranza che hanno illuminato uno dei periodi più bui della storia".