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Non solo Fumetti | 19 gennaio 2025, 07:01

Topolino celebra la giornata nazionale del dialetto: a Milano, Firenze, Napoli e Catania una storia di Zio Paperone molto particolare

L’obiettivo è quello di sensibilizzare istituzioni e comunità locali su quanto sia importante tutelare il nostro patrimonio culturale

Topolino celebra la giornata nazionale del dialetto: a Milano, Firenze, Napoli e Catania una storia di Zio Paperone molto particolare

Il 17 gennaio scorso si è celebrata la tredicesima “Giornata nazionale del dialetto e delle lingue locali”, istituita dall’UNPLI - Unione nazionale delle Pro Loco d’Italia. L’obiettivo è quello di sensibilizzare istituzioni e comunità locali su quanto sia importante tutelare il nostro patrimonio culturale.

Mi direte “che c’entra tutto questo con i fumetti?” Ah, ma allora non vi è ancora chiaro. I fumetti fanno parte della nostra vita, in qualche modo c’entrano sempre. La regola vale anche in questa circostanza e ve lo dimostro. Il numero 3608 di Topolino, uscito il 15 gennaio, è stato pubblicato in ben cinque versioni diverse. Cioé, l’albo apparentemente è sempre lo stesso, ma cambia la lingua che i personaggi parlano nella prima storia. Infatti, in ossequio alla “Giornata nazionale del dialetto e delle lingue locali”, in alcune zone d’Italia, in via sperimentale, le nuvolette della storia “Zio Paperone e il Pdp6000” contengono testi in dialetto. Ma andiamo nel dettaglio.

Come ben spiegato sull’albo nell’editoriale di Alex Bertani, chi ha comprato Topolino a Firenze e dintorni ha trovato una storia scritta in fiorentino; chi l’ha comprato a Napoli ha letto in napoletano; sono in siciliano i testi di chi ha acquistato l’albo a Catania e in milanese quelli di chi invece lo ha preso nella città meneghina. A queste quattro versioni si aggiunge la quinta che contiene, per tutto il resto d’Italia, la storia in italiano.

Alcune vignette della storia “Zio Paperone e il Pdp6000” scritte nei diversi dialetti utilizzati

Volendo si possono avere tutte le varianti della storia, acquistando le copie corrispondenti a ogni dialetto sul sito della Panini, su Prima Edicola, o in fumetteria.

Nell’editoriale Bertani sottolinea che questa operazione, simpatica ma anche meritoria da un punto di vista culturale, a seconda di quella che risulterà essere stata la risposta del pubblico, potrebbe in futuro essere ripetuta, se è vero che da subito molti lettori delle zone d’Italia non interessate dall’esperimento hanno lamentato l’assenza di una versione della storia scritta nel proprio dialetto. Ma sono bastate ventiquattro ore per avere la notizia: le copie in fiorentino, napoletano, catanese e milanese siano andate tanto a ruba da rendere necessario andare in ristampa. A seguito di questo immediato successo, la decisione di far uscire ad aprile una storia scritta in piemontese (e probabilmente altri dialetti si aggiungeranno a breve).

Topolino è da sempre, per tradizione, un prodotto realizzato dedicando la massima attenzione al linguaggio. Generazioni di italiani hanno imparato a leggere e scrivere correttamente grazie alle sue pagine. Anche in questa occasione non si è smentito. Per tradurre nei vari dialetti il testo italiano di “Zio Paperone e il Pdp6000”, è stato ingaggiato un team di professori universitari coordinato dal Professor Riccardo Regis, ordinario di linguistica italiana presso l’università di Torino. Il team, composto da Vittorio Dell’Aquila (dialetto milanese), Neri Binazzi (dialetto fiorentino), Giovanni Abete (dialetto napoletano) e Salvatore Menza (dialetto catanese), si presenta sull’albo e descrive il lavoro che ha svolto in un approfondimento di ben sei pagine.


Uno Zio Paperone milanese

In ultimo occorre sottolineare l’attualità della storia scritta da Niccolò Testi e disegnata da Alessandro Perina: Zio Paperone si confronta con l’intelligenza artificiale. Gli sarà utile o, al contrario, gli arrecherà dei danni? L’argomento trattato e la conseguente presenza di termini informatici, tecnici, molto moderni, ha comportato una sforzo di traduzione in più per i linguisti coinvolti nel progetto. Bello e ben riuscito però questo tentativo di unire la tradizione dialettale alle più contemporanee tecnologie.

Noi ci rileggiamo la prossima settimana.

Thomas Pistoia

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