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Eventi | 04 gennaio 2025, 07:21

Festival di Sanremo 2025: la Fidapa chiede alla Rai di evitare "Linguaggi carichi di violenza verbale e sessismo"

In una lettera inviata Carlo Conti non si scaglia contro Tony Effe ma contro tutti i cantanti che non hanno "Rispetto"

Festival di Sanremo 2025: la Fidapa chiede alla Rai di evitare "Linguaggi carichi di violenza verbale e sessismo"

Non è Tony Effe, trapper romano molto discusso in questo periodo, il destinatario della lettera della Fidapa della nostra provincia, che ha scritto alla direzione della Rai, al Direttore Artistico del Festival della Canzone Carlo Conti ed all'Amministrazione Comunale matuziana.

Come confermato alla nostra redazione dal presidente della sezione sanremese, Gabriella Imperlini (insieme socie Raffaella Panizzi, Laura Amoretti ed Ingrid Biancardi, la lettera ha espresso la grande preoccupazione in quanto donne e componenti iscritte ad una associazione, impegnate a promuovere la cultura del rispetto e contrastare ogni forma di violenza.

“Come ben sapete – sottolinea la Fidapa - l'enciclopedia Treccani ha eletto come parola dell'anno 2024 il termine ‘Rispetto’, un valore fondante per il vivere civile e un tema di cruciale importanza nella nostra società. Eppure, ci troviamo costrette a evidenziare con forza una contraddizione profonda, che si manifesta attraverso scelte che riteniamo inaccettabili in eventi di rilevanza nazionale come il Festival di Sanremo”.

La Fidapa, come dicevamo, non si riferisce direttamente a Tony Effe, ma a tutti quegli artisti i cui testi veicolano messaggi categorici, violenti e offensivi nei confronti delle donne, contribuendo a diffondere una narrazione tossica e lesiva della dignità umana: “Una retorica – prosegue la Fidapa -che non solo banalizza ma persino normalizza atteggiamenti e linguaggi carichi di violenza verbale e sessismo. E nostro dovere come cittadine e cittadini, e come organizzazioni attivamente impegnate nella costruzione di una società più giusta, denunciare l'assoluta incompatibilità tra questi messaggi e il palcoscenico del Festival di Sanremo, da sempre simbolo della cultura e dell'arte italiana. Consentire di esprimersi pubblicamente con tale violenza significa avallare e amplificare un linguaggio che è agli antipodi del rispetto che tutti dovremmo impegnarci a coltivare”.

Secondo l’associazione il Festival di Sanremo è molto più di un evento musicale, è una vetrina seguita da milioni di persone, un punto di riferimento culturale e un veicolo di messaggi che hanno un impatto diretto soprattutto sui giovani: “Proprio per questo – va avanti l’associazione - è indispensabile che venga mantenuto un elevato standard etico nella selezione degli artisti partecipanti. Continuare a concedere spazio a figure che esprimono contenuti lesivi nei confronti delle donne è un messaggio implicito di accettazione e tolleranza verso tali atteggiamenti, mentre la responsabilità di chi organizza e promuove eventi di questa portata dovrebbe essere quella di educare e sensibilizzare, non di perpetuare stereotipi negativi. Ci battiamo ogni giorno contro la violenza di genere, che non si esprime solo attraverso atti fisici, ma spesso con altrettanta gravità, attraverso le parole”.

Le parole hanno un peso, le parole modellano la realtà e influiscono profondamente sulle mentalità collettive: “Scriviamo solo ora, non per inerzia – termina la Fidapa - ma perché abbiamo voluto attendere, una vostra presa di posizione forte e chiara. Nulla è avvenuto anzi, personaggi direttamente coinvolti hanno messo in atto comportamenti distraenti con un pinkwashing offensivo per il comune sentire. Per questo, chiediamo con fermezza di escludere artisti che veicolano messaggi sessisti e violenti dal Festival di Sanremo e di avviare, al contrario, una campagna di sensibilizzazione per promuovere il rispetto, l'uguaglianza e la condanna di qualsiasi forma di violenza, verbale o fisica”.

La Fidapa confida che la direzione della Rai e chi è coinvolto nella realizzazione del Festival vogliano condividere con l’associazione questo impegno morale, dimostrando concretamente che la cultura può e deve essere uno strumento di cambiamento positivo. Si è anche dichiarata disponibile per un confronto e per collaborare insieme in iniziative che possano valorizzare il Festival come simbolo di rispetto e inclusività.

Carlo Alessi

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