Con l’arrivo della primavera, soprattutto se le temperature saranno miti, torneranno le api. Non solo in campagna ma anche nelle città liguri: è già accaduto a più riprese negli ultimi anni, destando stupore – e magari una buona dose di preoccupazione – da parte di chi apre la finestra di casa e si trova attorniato da uno sciame. Nell’attesa, è bene ricordare la regola base: le api non vanno infastidite e, soprattutto, non vanno uccise. In caso di difficoltà, bisogna chiamare un’associazione di apicoltori (ce ne sono diverse anche in Liguria) oppure i Vigili del Fuoco. Questi insetti, infatti, non sono minacciosi né infestanti: al contrario, sono indispensabili per i nostri ecosistemi.
Il valore ecosistemico dell’impollinazione
Difficilmente ci riflettiamo, ma l’esistenza stessa della nostra società e della nostra economia si basa su alcuni servizi che la natura ci offre gratuitamente ogni giorno. Per esempio il legname, le fibre tessili, gli alimenti, la regolazione del clima. Anche l’impollinazione rientra a pieno titolo tra i cosiddetti servizi ecosistemici: senza api, farfalle, falene, mosche, coleotteri, pipistrelli e zanzare, l’87,5% delle piante selvatiche a fiore non riuscirebbero a riprodursi.
Sulle 115 colture agrarie di rilevanza mondiale, circa sette su dieci beneficiano dell’impollinazione animale. In Europa la percentuale è ancora più alta, perché arriva all’80% delle 264 specie coltivate. A dirlo è l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). Stiamo parlando per esempio di mele, albicocche, pere, pesche, frutti di bosco, zucche, zucchine, ciliegie, fragole, kiwi, ricorda l’organizzazione ambientalista WWF. Volendo calcolare il valore economico dell’impollinazione, si arriva a un totale di 153 miliardi di euro all’anno nel mondo, di cui 22 miliardi in Europa.
I dati preoccupanti sul declino delle api
Tutto questo, purtroppo, non può essere dato per scontato. Nel mondo esistono oltre 20mila specie di api, la stragrande maggioranza delle quali sono selvatiche, a differenza dell’Apis mellifera (ape da miele) diffusamente allevata anche nel nostro territorio. Stando alle stime dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), un po’ datate ma molto affidabili, il declino delle loro popolazioni è preoccupante. Sul totale di 1.965 specie di api selvatiche che vivono in Europa, il 9,2% è a rischio di estinzione e un altro 5,2% lo potrebbe diventare nel prossimo futuro. Sono dati parziali, perché per oltre la metà delle specie non si dispone di dati sufficienti.
Dati del genere fanno capire quanto sia urgente seguire i princìpi della sostenibilità ambientale innanzitutto in agricoltura: se le api sono in declino è perché le coltivazioni intensive le hanno deprivate degli habitat naturali e della biodiversità che li caratterizza, ma anche perché alcuni pesticidi (come i neonicotinoidi, poi vietati) causano paralisi e morte. Anche i cambiamenti climatici hanno un ruolo, perché sottopongono a stress tali insetti, incidono sui cicli di fioritura e facilitano l’arrivo di specie aliene invasive e patologie.