L’indomani della decisione del Tar di Genova, che ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto del Festival di Sanremo alla Rai per le edizioni 2024 e 2025, la città matuziana si è svegliata tra dibattiti accesi e reazioni contrastanti. La sentenza, che impone al Comune di Sanremo di indire una gara pubblica per l’edizione 2026, ha scosso non solo le istituzioni, ma anche la popolazione e il tessuto commerciale della città.
Tra i cittadini, c’è chi accoglie la decisione con favore, vedendola come un’opportunità per innovare uno degli eventi più iconici d’Italia. "Il Festival deve evolversi, e magari un nuovo gestore potrebbe portare idee fresche e un approccio diverso. La Rai ha fatto molto, ma forse è arrivato il momento di vedere se qualcun altro può fare meglio," commenta una coppia di residenti.
Di parere opposto sono molti sanremesi legati alla tradizione, che vedono il binomio Festival-Rai come inscindibile. "Non riesco a immaginare il Festival senza la Rai," dice una signora mentre passeggia per via Matteotti. "La Rai è il Festival. Ha saputo valorizzarlo e promuoverlo in tutto il mondo, togliere loro questa gestione rischia di snaturare un evento che è già perfetto così com’è."
Anche tra i commercianti, le opinioni sono discordanti. Per alcuni, la novità potrebbe portare maggiore competizione e una ventata di modernità, con benefici per il turismo e l’economia locale; per altri il binomio con la tivù di Stato è impossibile da sciogliere: "Ormai siamo abituati così, è meglio lasciarlo alla Rai", afferma la titolare di un bar del centro.
Altri, invece, temono che un eventuale cambio di gestione possa avere ripercussioni negative sull’organizzazione e sull’indotto economico generato dal Festival. "La Rai è una garanzia. Ogni anno porta migliaia di persone, dai giornalisti agli artisti, e questo significa affari per noi. Non voglio nemmeno pensare a un Festival gestito male," sostiene un altro residente. L’annuncio della necessità di una gara pubblica ha comunque acceso il dibattito anche sulle implicazioni burocratiche. Alcuni temono che i tempi e le modalità di assegnazione possano diventare complicati, mettendo a rischio la stabilità organizzativa del Festival.
Intanto, la città attende con trepidazione l’edizione 2025, che sarà l’ultima gestita dalla Rai sotto l’attuale convenzione. Per molti sanremesi, sarà un’occasione per celebrare quella che vedono come un’era d’oro del Festival, mentre altri iniziano già a guardare al futuro con curiosità e speranza. Quel che è certo, è che il Festival di Sanremo, simbolo di italianità e cultura, rimane al centro dei cuori e delle discussioni dei suoi cittadini.