Attualità - 06 dicembre 2024, 07:14

Ventimiglia, capannone a Bevera espropriato per 'errore di fatto': Bosio denuncia due funzionari comunali (Foto e video)

"L'amministrazione comunale deve verificare se è stato fatto un falso e se lo accerta, allora, deve revocare i provvedimenti"

"L'amministrazione comunale deve verificare se è stato fatto un falso e se lo accerta, allora, deve revocare i provvedimenti". Lo chiede il ventimigliese Amedeo Riccardo Bosio, amministratore unico della ditta Immogesta s.r.l., con una lettera, inviata e protocollata in Comune, riferendosi all'esproprio di un capannone situato a Bevera, a quanto pare, per 'errore di fatto'.

Bosio chiede, perciò, una verifica interna per accertare l'errore che avrebbe condotto all'esproprio della struttura. "Sarà mia cura fornire ai competenti organismi amministrativi e ai vari rappresentanti della cittadinanza, a semplice richiesta, tutti gli atti e la documentazione dettagliata" - dichiara - "Invito il sindaco del comune di Ventimiglia e tutta l'amministrazione a riesaminare l'atteggiamento da tenere nell'interesse dell'ente alla prossima udienza del Consiglio di Stato in programma il prossimo 17 dicembre. L’udienza di revocazione, visto che non è un momento di dibattito o di confronto tra le parti, deve servire esclusivamente ad accertare se ci sia stato un 'errore di fatto' nella precedente sentenza. Alla luce dei fatti e della documentazione in essere, non può che venire accertato che tale 'errore' sussista e, di conseguenza, congiuntamente, associarsi alla richiesta di revocazione della sentenza medesima".

Ha presentato un procedimento per revocare la sentenza del Consiglio di Stato che aveva dichiarato abusivo il capannone. "E' tutt'ora pendente, presso il Consiglio di Stato, sezione II, il procedimento, che ho presentato, per la revocazione della sentenza del Consiglio di Stato n. 2329 dell'11 marzo 2024 che riteneva infondati i motivi d'Appello contro la sentenza del Tar Liguria n. 1013 del 29 novembre 2021 presentati da Immogesta" - fa sapere - "Nell’udienza del 26 novembre 2024 si è presentato a sostenere le difese del Comune l'avvocato Stefano Santarelli in rappresentanza dell'avvocato Michele Casano del Foro di Genova, incaricato a tale fine dalla determina n. 933 del 15 novembre 2024 del segretario comunale in ottemperanza alla deliberazione della Giunta comunale n. 141 del 5 agosto 2024. In tale circostanza, l'avvocato Santarelli, lamentando il fatto che l'assegnazione delle difesa è avvenuta pochi giorni prima dell'udienza, oltre il termine di legge per la costituzione formale e la produzione della relativa memoria, ha chiesto un rinvio dell’udienza al fine di prendere visione almeno dei relativi atti. Con l'assenso anche di Immogesta, il presidente ha accordato un rinvio al 17 dicembre".

L’imprenditore ritiene che a trarre in errore i giudici siano stati gli atti sottoscritti da due funzionari comunali"Un'istanza di revocazione di sentenza del Consiglio di Stato può essere esaminata ed eventualmente accolta solo se si affetta da 'errore di fatto'" - sottolinea - "Immogesta ha, con giustificato motivo, dimostrato che nella succitata sentenza i giudici sono incorsi nell’erroneo presupposto secondo cui l'istanza di sanatoria presentata da Immogesta il 18 novembre 2011 non avrebbero avuto ad oggetto l‘intero capannone B bensì soltanto 'singole porzioni strutturali'. La domanda di sanatoria riguardava tutte le opere del capannone esistenti al momento della sua presentazione, incluse quelle eseguite successivamente alla decadenza del permesso del 236/2005 e le opere realizzate alla data del 18 novembre 2011 erano tali da configurare la già avvenuta realizzazione del capannone B nel suo complesso e non soltanto delle singole porzioni strutturali alle quali si riferisce riduttivamente ma erroneamente la sentenza. L'istanza di revocazione affronta altri ulteriori aspetti della succitata sentenza che comunque non sono così eclatanti come il motivo succitato".

"Negli innumerevoli e perduranti ricorsi amministrativi, sia presso il Tar Liguria che il Consiglio di Stato, Immogesta non è riuscita a dimostrare il suo legittimo diritto ad ottenere la sanatoria del capannone 'B' considerando altresì che l'intervento ha la 'doppia conformità' per essere sanato e che oltretutto l'abuso che viene contestato non è di aver costruito o ampliato superficie volumetriche di un manufatto oltre le previsioni urbanistiche e di legge ma solo di averlo terminato oltre la validità temporale del titolo edilizio" - dice - "Ciò è avvenuto non per incuranza di Immogesta ma per il fatto che la ditta incaricata della costruzione del capannone B la RDB di Piacenza era nel frattempo fallita. La conseguenza è stata che Immogesta si è vista 'espropriare' di un intero capannone vanificando i sacrifici e i risparmi di un'intera vita". 

Bosio ha così denunciato due funzionari comunali per 'falso ideologico'.
"La ragione per cui Immogesta si è vista soccombente nei vari gradi di giudizio è che da parte degli uffici comunali, più precisamente dai funzionari responsabili della specifica pratica edilizia, sono stati perpetrati degli atti falsi e delle omissioni che fatti propri dall’avvocato difensore del Comune hanno portato i giudici ammnistrativi a incorrere ripetutamente nell'errore. Dall'esame del contenuto delle sentenze emerge chiaramente che tra le opposte tesi esposte i giudici hanno ritenuto meritevoli di considerazione solo quelle espresse dal Comune, comprensibilmente per il fatto che è difficile credere che dei pubblici ufficiali possano con tale leggerezza dichiarare il 'falso'" mette in evidenza - "L'errore principale della sentenza del Consiglio di Stato n. 2329, evidenziato nel ricorso di revocazione, sia scaturito da una 'falsa' rappresentazione dei fatti nell’ambito del procedimento amministrativo e trasferita dall’avvocato Bormioli nelle memorie di difesa del Comune inducendo in inganno gli stessi giudici ammnistrativi, non solo nella ultima sentenza ma anche nei gradi di giudizio precedenti. Questa palese ingiustizia è da ricercarsi, principalmente, negli atti prodotti dai funzionari del Settore Urbanistica ed Edilizia del comune di Ventimiglia, responsabili della relativa pratica edilizia, e più precisamente dall'allora dirigente Cesare Cigna e dal geometra Mauro Fassola, subentrato come RUP dal 2016. Pertanto, ritengo doveroso palesare il fatto che nei confronti dei succitati funzionari ho presentato formale denuncia, ai sensi degli articoli 476 e 479 c.p. pendente avanti la Procura della Repubblica presso il tribunale di Imperia, assumendomi la piena e totale responsabilità di quanto denunciato e dichiarato".

"Non è lecito e corretto che un'Amministrazione pubblica possa avvantaggiarsi patrimonialmente tramite una sentenza che ritengo 'viziata' e, nel frattempo, rimanere inerte di fronte alla denuncia di eventuali illeciti nell’ambito della propria attività ammnistrativa senza dover approfondire e verificare i fatti denunciati in attesa di un remoto e futuro pronunciamento dell'autorità giudiziaria. Infatti, i danni che si produrrebbero nel tempo sarebbero irreparabili e irreversibili, tenuto conto che nel valutare con obiettività, imparzialità e tempestività i fatti un'Amministrazione pubblica può avvalersi di tutte le consulenze qualificate necessarie, sia nel proprio ambito che in quello regionale" - afferma - "I membri dell’Amministrazione stessa, nell’ambito delle proprie competenze e responsabilità, oltre che rendersi complici moralmente di una palese ingiustizia nei confronti di un cittadino potrebbero risponderne personalmente sia sul piano civile che penale. Va considerato, d’altro canto, che la sentenza in oggetto riguarda esclusivamente l’acquisizione gratuita del capannone B al patrimonio comunale e, in caso di revocazione, resterebbe in piedi tutto il resto del contenzioso edilizio in essere, tenuto conto che sono tutt'ora pendenti al Tar Liguria altri due ricorsi e presso il Tribunale di Imperia Immogesta è in procinto dì instaurare un procedimento per la richiesta danni per la violazione del legittimo affidamento. Una comune richiesta di revocazione sarebbe altresì coerente con la deliberazione della Giunta comunale che aveva a suo tempo chiesto congiuntamente con Immogesta in rinvio dell’udienza del Consiglio di Stato al fine di addivenire a una transazione".