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Cronaca | 25 novembre 2024, 14:45

Operazione antidroga tra il dianese e la provincia di Imperia: oggi le condanne per oltre 200 anni di carcere in tribunale a Genova

La Guardia di Finanza aveva inchiodato la banda di spacciatori di droga della nostra provincia

Operazione antidroga tra il dianese e la provincia di Imperia: oggi le condanne per oltre 200 anni di carcere in tribunale a Genova

Sono state 22 le condanne comminate questa mattina per un totale di oltre 200 anni, in primo a grado a Genova, per il caso dell’operazione antidroga ‘Ares’ della Guardia di Finanza che ha inchiodato la banda di spacciatori di droga della nostra provincia, incentrato sul fatto che alcuni degli arrestati e degli indagati, 17 dei quali avevano impiantato una vera e propria associazione di stampo mafioso, sia nel metodo di acquisto e vendita della droga che nella costituzione di un monopolio dello spaccio e nelle ‘punizioni’ su chi non pagava.

Queste le condanne: Domenico Gioffrè 20 anni di reclusione, per Giovanni De Marte 16 anni, a Michela De Marte 7 anni, ad Antonino Laganà 11 anni, Gianluca Cavalcante (assolto dal concorso esterno) per lui 3 anni e 2 mesi, Lorenzo Onda 5 anni, Giovanni Chimienti 10 anni e 4 mesi, Lorenzo Chirco 2 anni e 8 mesi, Vincenzo Santarpia 10 anni e 6 mesi, Nicolò Striglioni 6 anni e 4 mesi, Andrea Ziella 11 anni e 8 mesi, Gato Guillero Tonbar Niemes 8 anni e 5 mesi, Jhonny Loda 7 anni, Antonio Arcangelo Raso Casanova 4 anni e 4 mesi, Leonardo Nieto 13 anni, Daniel Ciulla 7 anni e 2 mesi, Giuseppe Scarcella 10 anni, Casa Alessandro 7 anni e 6 mesi, Indrit Shaba 12 anni, Gucia Agim 10 anni, Elvis Collaku 4 anni, Aviob Gbali 2 anni e 8 mesi.

Gli avvocati difensori erano Bosio, Ritzu, Costantini, Thairi, Brazzit e Mager. Ora ci sono 90 giorni di tempo per la presentazione del ricorso in appello.

L’associazione, secondo l’accusa, operava con modalità tipicamente mafiose, affermando una sorta di egemonia territoriale nell’area di Diano Marina dove gestiva lo spaccio grazie ad una cospicua rete di venditori, imponendo il proprio monopolio grazie alle minacce ed all’evocazione del nome della famiglia ‘De Marte-Gioffrè’ che, per reputazione criminale acquisita, le consentiva di affermarsi nel mercato locale degli stupefacenti anche senza ricorrere alla violenza.

Carlo Alessi

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